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Cenerentola in realtà si chiama Zezolla ed è partenopea

Cenerentola in realtà si chiama Zezolla ed è partenopea

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Questa sera, giovedì 5 gennaio 2023, su Rai 1 c’è il live action di Cenerentola, favola senza tempo nella versione del regista Kenneth Branagh. In questa versione con attrici e attori in carne ed ossa, Cenerentola si chiama Ella e vive con matrigna e sorelle, dalle quali come da tradizione è vessata, umiliata e bistrattata. Casualmente, nel bosco incontra un giovane che in realtà è il principe azzurro. Il principe poi, decide di ritrovare la misteriosa ragazza tramite un ballo a corte. Ella non ha l’invito ma la sua fata madrina risolverà il problema. Tutto fino a mezzanotte, però.

Cenerentola in realtà ha origini partenopee

Cenerentola esiste in tante versioni. La giovane sguattera che diventa principessa, nella versione della fiaba che tutti conosciamo, è di Charles Perrault, da cui Disney prese ispirazione per il suo lungometraggio.

Charles Perrault però, famoso novelliere francese, prese spunto da un geniale letterato partenopeo di Giugliano di Napoli: Giambattista Basile, nato intorno al 1544.

Giambattista Basile girò per il mondo e quando fece ritorno in patria governò vari feudi del Regno di Napoli. L’uomo durante il periodo che va dal 1615 al 1622, creò molte favole, soprattutto tramandate per via orale. Sembra che anche La bella addormentata nel bosco e Raperonzolo siano nate dalla sua penna.

Tra il 1634 e il 1636 scrisse una raccolta di 50 fiabe in napoletano, dal titolo Pentamerone, noto come Lo cunto de li cunti overo Lo trattenemiento de peccerille. La raccolta tratta temi fiabeschi che si svolgono in cinque giorni: ogni giorno vengono narrate dieci favole, per un totale finale di cinquanta fiabe.

L’opera si rifà come struttura al Decamerone di Giovanni Boccaccio, dal quale però si scosta per linguaggio e temi trattati, le favole appunto. Da questo punto in poi uscirono diverse versioni in molti altri idiomi europei. Favole di Andersen oppure dei Grimm sono versioni riadattate delle fiabe di Basile.

Cenerentola in realtà si chiama Zezolla

Il primo a consacrare nella letteratura italiana il tema delle favole fu Benedetto Croce, che tradusse in italiano l’intera opera di Basile.

Cenerentola nella versione del novelliere francese ci appare come una ragazza timida, mite e sottomessa, che subisce ogni sorta di maltrattamento da parte della matrigna e delle sorellastre. Ma Cenerentola subisce un torto anche dalla  fata madrina, che a mezzanotte le spezza la magia, tanto che è costretta a fuggire via perdendo anche una scarpa.

Zezolla alias Cenerentola è invece una giovane forte, determinata e risoluta. Rimasta orfana di madre, si ribella ai maltrattamenti della matrigna fino ad ammazzarla. Il finale della favola di Zezolla non cambia rispetto alla fiaba di Perrault divenuta poi il capolavoro Disney. Tuttavia c’è una differenza, scopriamola.

La Cenerentola partenopea non perde la scarpetta di cristallo sulla scala del palazzo reale correndo come alle Olimpiadi. La giovane Zezolla ha i piedi piccoli, molto piccoli e perde la scarpetta prima di salire in carrozza. Il riferimento al piede molto piccolo di Zezolla trae spunto dalla cultura cinese. Per essa infatti, il piede piccolo è sinonimo di grazia e bellezza femminile. Giambattista Basile, infatti, si sarebbe ispirato ad una fiaba orientale molto antica, scritta nel IX secolo a. C.

Anche se con differenza, il finale resta comunque uguale e a lieto fine: il principe trova la ragazza e coronano il loro amore.

 

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