Su Rai 2 andrà in onda stasera, giovedì 19 ottobre 2023, il documentario Via Poma. Un mistero italiano che tenterà di sbrogliare i tanti punti oscuri di questa terribile vicenda. Ma perché è stata uccisa Simonetta Cesaroni?

Delitto di via Poma: perché è stata uccisa Simonetta Cesaroni?

Più volte la criminologa Roberta Bruzzone ha spiegato, a suo avviso, come si svolsero i fatti nel delitto di Via Poma. L’omicidio di Simonetta Cesaroni avrebbe avuto un movente di natura sessuale, evidenziato dalle dinamiche dei fatti. In sostanza, l’assassino potrebbe aver reagito dopo un rifiuto della ragazza.

Come esperta analista di scene del crimine, la dottoressa Bruzzone ha avuto accesso agli atti riguardanti il caso di Simonetta Cesaroni, la ragazza brutalmente uccisa nell’ufficio dell’Aiag, dove lavorava, in via Poma a Roma, il 7 agosto 1990. La documentazione ha permesso di dedicare a questo cold case anche un capitolo del suo libro Chi è l’assassino. Diario di una criminologa.

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Il delitto di Simonetta, sarebbe dunque di matrice sessuale. Non c’è stata violenza sessuale, ma il corpo della Cesaroni è stato trovato seminudo, con indosso solo il reggiseno, e dilaniato da 29 coltellate, molte delle quali scagliate sui genitali, volto e seno.

Il Modus operandi dell’assassino di Simonetta Cesaroni

Il modus operandi dell’omicidio di Simonetta Cesaroni, rispecchia un’assassinio di derivazione sessuale. Quindi, con molta probabilità, ad uccidere Simonetta Cesaroni sarebbe stato un uomo che non accetta il rifiuto.

Una probabile ricostruzione dei fatti, potrebbe essere questa: l’assassino, molto probabilmente, non si aspettava un rifiuto da parte della ragazza e in preda alla frustrazione, l’ha rincorsa nell’ufficio per poi colpirla ferocemente al volto prima con uno schiaffo per poi bloccarla e tentare di violentarla. Non riuscendoci, ha deciso di colpire con ferocia le stesse parti del corpo che rappresentano la la natura femminile, l’eccitazione e la seduttività.

Già nel 2012, la dottoressa Bruzzone aveva sottolineato delle anomalie mai prese in considerazione durante il processo al fidanzato di Simonetta Cesaroni. In particolare, le tracce di sangue di gruppo A. Questo sangue non appartiene a Simonetta e nemmeno al suo ragazzo di allora. Il sangue sarebbe dunque dell’assassino che nell’esplosione di violenza estrema si è ferito lasciando poi il suo sangue sulla maniglia e sul telefono dello studio di via Poma. 

Stasera, dunque, su Rai due, saranno ripercorsi i numerosi indizi che un tempo non furono vagliati e si esploreranno nuovi fatti emersi in questi ultimi anni. Riuscirà mai Simonetta Cesaroni ad ottenere giustizia? Lo scopriremo presto.

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