Corvi(instagram)
Spesso il classico film d’animazione Dumbo è stato definito razzista. Il motivo? Una serie di fotogrammi che rappresentano i corvi, eppure saranno proprio loro i fautori del coraggio del piccolo elefantino rosa.
Alla fine del 1939, Walt Disney venne presentato Dumbo grazie a Kay Kamen. Il noto produttore, colto dal potenziale emotivo della storia, decise di acquistarne i diritti. La casa realizzò che l’unico modo per rendere giustizia alla storia commovente del piccolo elefantino, era trasformarla in un film.
Nel contesto delle difficoltà finanziarie dello studio dovute alla guerra in Europa e ai fallimenti al botteghino di Pinocchio e Fantasia, Dumbo fu visto come un film a basso costo, mirato a rimpinguare le finanze dello studio. La scelta strategica riflette la necessità di affrontare le sfide monetarie dell’epoca e sottolinea come il cartoon sia stato pensato come un progetto economicamente accessibile.
Dumbo, l’elefantino con orecchie grandi, è emarginato dagli altri a causa delle sue caratteristiche. Dopo essere diventato il bersaglio di scherzi crudeli, sua madre viene imprigionata per difenderlo. Timoteo, un topo amichevole, diventa suo amico e suggerisce al direttore del circo di includere il pachiderma in uno spettacolo. Durante la performance, Dumbo provoca un disastro e diventa un pagliaccio deriso. Il suo nuovo amichetto lo consola e, dopo una notte ubriaca, i due amici ottengono una piuma magica da un gruppo di corvi.
Con la piuma, Dumbo impara a volare e diventa un grande successo nel circo, guadagnando rispetto. Nel film originale di Dumbo, il problema principale legato ai corvi risiede nel fatto che indossano abiti che riflettono gli outfit del tempo degli afro-americani degli anni ’30 e ’40. Parlano uno strano slang e cantano canzoni jazz. Nel doppiaggio italiano, questi dettagli sono stati persi. Nei dialoghi originali, i corvi sono doppiati da attori proveniente dal Continente Nero.
I corvi simboleggiano un gruppo emarginato a causa di pregiudizi basati sull’aspetto fisico e falsi stereotipi. Questo non riguarda solo la rappresentazione degli afro-americani, ma anche la percezione negativa associata ai corvi come specie. La narrazione dichiara che questi volatili sono messi da parte dagli umani nonostante i corvi siano creature intelligenti ed empatiche. Il messaggio degli uccelli riflette la critica ai pregiudizi e ai miti infondati, sottolineando la necessità di guardare oltre le apparenze e superare le convinzioni limitanti.
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