Per Elisa – il caso Claps si avvia al suo amaro e terribile finale. Il 17 marzo 2010 la povera Elisa è ritrovata, per caso, da alcuni operai nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Secondo i familiari di Elisa, il ritrovamento sarebbe stato una messa in scena.

Elisa Claps ritrovata sepolta per 17 anni nella chiesa Santissima Trinità: don Mimì Sabia sapeva?

I familiari di Elisa ritenevano che molte persone avevano negli anni transitato in quel sottotetto della Chiesa e che il corpo di Elisa Claps fosse dunque stato nascosto con la complicità dal parroco della chiesa, don Domenico “Mimì” Sabia, morto nel 2008. Quando fu appurato che il cadavere di Elisa era stato ritrovato in precedenza dal viceparroco, lui disse di non averne parlato con nessuno. L’arcivescovo era impegnato, disse, e il giorno dopo gli passò di mente.

Insieme al cadavere di Elisa furono trovati anche diversi oggetti della vittima. Tra questi, un orologio, un paio di occhiali, degli orecchini, dei sandali e la biancheria intima strappata. Questo faceva pensare che qualcuno l’avesse violentata prima di ucciderla.

I rapporti tra Maurizio Restivo e don Mimì Sabia

Danilo Restivo a 14 anni aveva ferito con un coltello un ragazzino. Denunciato e processato, il caso fu poi archiviato per amnistia. Intanto, Maurizio Restivo firmava un foglio che attestava il versamento di un milione di lire a titolo di risarcimento, da parte della famiglia Restivo. Papà Maurizio protegge il figlio Danilo anche quando è denunciato per stalking. Nel 1992 le vittime di Restivo erano studentesse universitarie che abitano davanti alla sua casa a Potenza. Alcune di loro erano amiche della sorella Anna. Le chiama incessantemente, invia loro delle lettere sconce o romantiche, ma comunque inquietanti. Il processo si conclude con un patteggiamento.

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Nel 1986 Danilo 14enne aveva attirato il ragazzino in un container del seminario insieme alla cugina, poi lo aveva bendato e con un guanto da cucina gli aveva tagliato il collo. La ragazzina lo spinse a terra e riuscì a salvare il cugino. La ferita ebbe alcuni punti. Seguì un processo, poi archiviato.

La lettera, datata 19 settembre 1993, si rivolge alla famiglia Claps

Le ombre su Don Mimì Sabia sono state molte. Come quelle sulla lettera trovata in casa sua dopo il rinvenimento del cadavere di Elisa nel sottotetto della chiesa. La lettera, datata 19 settembre 1993, si rivolge alla famiglia Claps. Nella missiva si legge che la giovane si era allontanata spontaneamente. Il perché di questa lettera mai spedita non è mai stato chiaro. Don Mimì disse di non conoscere Danilo Restivo ma anni dopo fu smentito proprio dall’assassino di Elisa Claps. Durante il processo in Gran Bretagna per l’omicidio di Heather Barnett, Restivo ammise di aver tagliato capelli a molte ragazze dal 1986 e di aver tentatoDi smettere anche grazie all’aiuto di don Mimì Sabia, al quale mi ero confessato e che aveva ricevuto lamentele da parte dei fidanzati delle ragazze del centro Newman”.

Nel settembre 2011 il legale della famiglia Claps, ricordò che entrambi i vescovi che cambiarono nei 17 anni trascorsi dalla morte e il ritrovamento di Elisa “Hanno ammesso che la chiesa della SS. Trinità era sfuggita dal loro controllo per la resistenza del parroco don Mimì Sabia che non voleva ingerenze. Una chiesa dove don Mimì non permise l’ingresso neanche ai parroci a cui si erano rivolti i familiari di Elisa“. Alla vigilia dell’inizio del processo per la morte di Elisa, l’avvocato disse: “Farò nomi e cognomi, quello di don Mimì Sabia che ha mentito spudoratamente su Restivo. Ha detto che a stento lo conosceva ma invece di questa storia ha sempre saputo tutto“.

 

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