Nell’ultima puntata de Il Metodo Fenoglio, in onda stasera, lunedì 11 dicembre 2023, su Rai 1, la soluzione del caso di Damiano è vicinissima. Dopo il suicidio del sospettato numero uno, ormai in carcere, emerge qualcosa di molto pericoloso dal passato. In questo torbido passato, è stato coinvolto anche Tonino ed altri colleghi dell’arma dei Carabinieri. Cosa farà Fenoglio?
Fenoglio e Tonino indagano su colleghi collusi
L’appuntato Tonino racconta al maresciallo Pietro Fenoglio cosa è successo tanti anni prima, quando lui era in servizio presso l’antidroga. Tonino afferma: “Sono successe cose davvero brutte e abbiamo fatto tanti casini“, confessa l’appuntato all’amico Fenoglio. Ma cosa c’entra la morte del piccolo Damiano con questa storia? Si scopre che qualcuno all’interno dell’Arma vuole fare soldi con i famosi sequestri lampo. Ma chi sarà mai? Tonino, Pietro e la PM Gemma iniziano ad indagare. Dopo alcune indagini, scoprono che un Carabiniere, nel giorno del sequestro del bambino, era fuori servizio per malattia.
Pellecchia si decide a costituirsi ma Fenoglio lo frena: “Noi due siamo amici, mi serve il tuo aiuto per il caso di Damiano, poi deciderai il da farsi“. Così l’appuntato rimanda la sua confessione sul passato corrotto suo e di altri colleghi. Le indagini proseguono. Intanto la PM Gemma scende al porto per cercare l’amico Marco Lo Russo. Lui è su una barca a nascondere l’uomo che ha legami con la mafia, suo padre e parlano anche del denaro riciclato in Montenegro.
Gemma da lui va per mantenere calma la situazione e infatti gli dice: “Volevi mettermi in difficoltà e ci sei riuscito, grazie per le rose”. Lui rientra in barca e il padre gli chiede perché frequenta il magistrato ma Marco lo rassicura che è solo per tenerla d’occhio.
Il metodo Fenoglio: “Ruotolo tu non sei un carabiniere hai ucciso un bambino”
Mentre continuano con le loro indagini, Fenoglio e Tonino scoprono il giro dei sequestri per fare soldi veloci che vede coinvolti anche alcuni uomini in divisa. In studio controllano molte schede e alla fine ne trovano una di un collega che è coinvolto col rapimento di Damiano. Lo seguono e lo prendono, Tonino però resta ferito. Fenoglio lo interroga: “Ruotolo confessa, tu non sei un carabiniere hai fatto morire un bambino” gli urla il maresciallo. Ruotolo confessa: “Io non ho ammazzato nessuno, è stato un incidente, volevo portarlo in ospedale ma era tardi. Con me c’era un uomo conosciuto in discoteca quando facevo il buttafuori. Mi aveva aiutato con alcune risse” racconta il carabiniere.
Savicchio è l’altro colluso che ha coinvolto Ruotolo per guadagnare velocemente soldi. Alla fine Ruotolo racconta come hanno preso il bambino fuori da scuola, con la scusa che papà li aveva mandati a prenderlo. In macchina il bambino piange e si dispera ma loro lo conducono al casolare dove poi verrà ritrovato morto. Il bambino al casolare arriva già morto, infatti i due lo avevano ammanettato con alcune fascette e poi chiuso nel bagagliaio della macchina. Damiano nel baule della macchina muore soffocato.
Nella casa di Marzari lo zainetto di Damiano lo hanno messo i due carabinieri che seguivano le indagini. Savicchio ha mosso tutti i fili della terribile faccenda.