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Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: l’apporto di Guillermo del Toro

Harry Potter e Cuaron

Screen

Stasera su Italia 1 va in onda il terzo film della saga di Harry Potter, Il prigioniero di Azkaban. Con questa pellicola entra in gioco un nuovo regista, Alfonso Cuarón, che impose un’atmosfera più cupa e accetta il consiglio di Guillermo del Toro

La Trama

Harry Potter, dopo il periodo di studio presso la scuola di Magia, è tornato a trascorrere le vacanze estive dai Dursley. La situazione nella casa non è delle migliori, infatti, un giorno viene a trovarli la sorella di zio Vernon, Marge, che, odiando Harry quanto lui odia i Dursley, lo umilia ripetutamente.

Infatti, insulta i suoi genitori finché egli, perdendo la calma, la gonfia accidentalmente con la magia, per poi scappare di casa. Fermatosi sul ciglio della strada, gli si avvicina un grosso e misterioso cane nero.

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Si tratta di un cane che sembra volerlo attaccare, quando compare un autobus molto particolare, il Nottetempo, un mezzo di trasporto simile agli autobus di Londra, ma con tre piani e colorato di blu. Questo autobus che soccorre durante la notte i maghi in difficoltà è invisibile ai babbani.

Il Nottetempo lo porta al Paiolo Magico, dove incontra il Ministro Caramell. Lui che lo rassicura sul fatto che non verrà punito per aver gonfiato la zia, sgonfiata e con la memoria alterata, essendo stata magia accidentale.

Poi incontra i suoi due migliori amici, Ron ed Hermione, che ha preso un gatto, Grattastinchi, la famiglia Weasley ed in particolare Arthur Weasley, che lo avverte del pericoloso assassino Sirius Black, seguace di Voldemort ed evaso da Azkaban, la prigione dei maghi, per finire il lavoro del suo padrone: ovvero uccidere Harry.

Alfonso Cuarón spronato da Guillermo del Toro

Quando Chris Columbus, autore dei primi due film della saga di Harry Potter, capì che non voleva legarsi per sempre al franchise ed essere più vicino ai suoi figli, lasciò la serie riservandosi il ruolo di producer.

Cercò sostituti, ma con i papabili M. Night Shyamalan e Kenneth Branagh (che pure aveva interpretato Allock nel film precedente) la cosa non andò in porto, finché non posò gli occhi su Alfonso Cuarón.

Alfonso in realtà non aveva mai letto un libro della serie, ma accettò perché il suo amico Guillermo del Toro, peraltro ulteriore papabile (preferì Hellboy), lo spronò a liberarsi dei dubbi.

“Non fare il cretino, leggili subito”. Cuarón raccontò poi che Guillermo gli suggerì di non esagerare con le sue bizzarrie di montaggio e movimenti di macchina scatenati, cercando un compromesso con lo stile che una major si aspettava.

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