Il regista bolognese svela la sua personale classifica per Sight and Sound, tra capolavori internazionali e italiani. Un viaggio nella storia del cinema e un appello per il futuro.

Nel panorama del cinema italiano, la figura di Pupi Avati si conferma come una delle più eclettiche e influenti. Il regista bolognese, celebre per capolavori come La casa dalle finestre che ridono, continua a essere protagonista non solo con le sue opere, ma anche con le riflessioni sul presente e il futuro del cinema nazionale. Recentemente, Avati ha condiviso con la rivista britannica Sight and Sound, edita dal British Film Institute (BFI), la sua personale classifica dei dieci film più grandi mai realizzati, confermando il suo ruolo di cineasta appassionato e profondo conoscitore della settima arte.

La Top Ten di Pupi Avati secondo Sight and Sound

Ogni dieci anni, la rivista Sight and Sound pubblica un sondaggio internazionale rivolto a registi e critici per identificare i migliori film della storia del cinema. Nel 2022, Avati ha partecipato con una lista che riflette la sua sensibilità artistica, mescolando grandi classici internazionali e autentici pilastri del cinema italiano. La selezione, ancora attuale nel 2025, include titoli che hanno segnato epoche diverse e generi differenti, testimonianza della vastità della cultura cinematografica del regista.

pupi avati ladri di biciclette
Fonte: YouTube – “Ladri di biciclette” di Vittorio de Sica – Indirettatv.it

I dieci film indicati da Pupi Avati (in ordine sparso) sono:

  • Ombre Rosse (1939) di John Ford
  • Il posto delle fragole (1957) di Ingmar Bergman
  • La vita è meravigliosa (1947) di Frank Capra
  • (1963) di Federico Fellini
  • Vampyr – Il vampiro (1932) di Carl Theodor Dreyer
  • La leggenda di Robin Hood (1938) di Michael Curtiz e William Keighley
  • Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica
  • I 400 colpi (1959) di François Truffaut
  • Psycho (1960) di Alfred Hitchcock
  • Il Cameraman (1928) di Edward Sedgwick

Questa lista evidenzia l’attenzione di Avati verso film che hanno rivoluzionato la narrazione e l’estetica cinematografica, spaziando dal neorealismo italiano al cinema espressionista e d’autore europeo e americano. La presenza di di Fellini, film che ha ispirato lo stesso Avati a intraprendere la carriera cinematografica, è particolarmente significativa.

Oltre a essere un regista di fama internazionale, Pupi Avati è una voce critica e appassionata riguardo al presente del cinema italiano. Nel 2024, in un’intervista rilasciata a un importante quotidiano, Avati ha espresso forte preoccupazione per la situazione attuale del settore. A 86 anni, con una carriera lunga quasi sessant’anni, il regista ha sottolineato come il cinema italiano sia “a un passo dal baratro” e che la crisi è già in atto, con difficoltà che vanno dall’assenza di fondi adeguati al calo delle produzioni di qualità.

Avati ha evidenziato come il recente taglio del tax credit, una misura fiscale fondamentale per il sostegno alle produzioni cinematografiche e audiovisive, abbia aggravato la già critica situazione. Secondo lui, la politica italiana rischia di sottovalutare un settore che non è solo “cosa da sinistra” ma un patrimonio culturale e artistico nazionale da difendere con urgenza.

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