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I cacciatori del cielo: chi era l’asso dell’aviazione Francesco Baracca

I cacciatori del cielo: chi era l'asso dell'aviazione Francesco Baracca

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Questa sera, mercoledì 29 marzo su Rai1 in prima serata andrà in onda il film tv che racconta la storia vera e le imprese eroiche di Francesco Baracca, l’aviatore che fece conquistare alla nostra aeronautica militare la prima vittoria nei cieli, nel 1916.

Francesco Baracca, l’aviatore romagnolo interpretato da Beppe Fiorello

Il docufilm I cacciatori del cielo, in onda questa sera su Rai1, del regista Mario Vitale, è un prodotto tv realizzato in occasione del centenario della nascita dell’Aeronautica Militare che risale al marzo del 1923. A vestire i panni dell’eroe dal volto umano, è Beppe Fiorello. Fiorello ha poi ammesso che: “non conoscevo molto questo grande personaggio per cui mi sono fatto guidare passo passo dal regista. L’ho studiato e sono rimasto stupito dalle sue gesta eroiche e straordinarie. Lui era capace di vedere oltre. Se oggi si vola in un certo modo lo si deve anche a lui che ha pilotato aerei tenendo la cloche col ginocchio mentre con le mani faceva qualcos’altro” ha raccontato l’attore.

I cacciatori del cielo: 34 abbattimenti in volo e il cavallino rampante disegnato sul biplano

Francesco Baracca quando volava in battaglia nei cieli, cercava sempre di abbattere l’aereo, quindi il simbolo e mai un uomo, anche se rappresentava il nemico. Tuttavia, non era orgoglioso quando lo etichettavano come il numero uno, l’asso dei cieli, in base agli aerei abbattuti.

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Il pilota nacque a Lugo, in Romagna, il 9 maggio 1888. Durante la prima guerra mondiale, all’aviatore cavaliere e gentiluomo sono stati attribuiti 34 abbattimenti di aerei nemici. È stato insignito della medaglia d’oro al valore militare. Sul proprio biplano, Baracca fece dipingere un suo logo personale, un cavallino rampante, diventato poi simbolo della Ferrari.

Anche il cavallino rampante rappresenta un piccolo mistero: una prima ipotesi disse che originariamente era rosso, perché tratto dallo stemma del secondo Reggimento cavalleria Piemonte Reale, invece, il colore nero fu aggiunto dopo, per segno di lutto, dopo la sua morte. Una seconda ipotesi, invece, dice che il cavallino rampante deriverebbe dallo stemma della città tedesca di Stoccarda. Gli aviatori di quei tempi, venivano chiamati assi solo dopo aver abbattuto almeno 5 aerei nemici e, dopo, assumevano a volte insegne e colori come gesto d’onore verso lo sconfitto.

La rivalità tra Francesco Baracca e il Barone Rosso

Manfred Von Richthofen, era il leggendario Barone Rosso, che mise a segno ben 90 vittorie prima di essere abbattuto all’età di 26 anni. La sfida tra il Barone Rosso e Francesco Baracca in realtà fu solo figurativa perché combattevano in luoghi diversi. Entrambi però, sono morti in giovane età, infatti anche Baracca aveva appena 30 anni.

La visione del film I cacciatori del cielo propone al pubblico una visione umana dell’aviatore Baracca, con tutta una gamma di sentimenti e rapporti umani, e non solo in veste di abile pilota. Nel docufilm vedremo anche filmati d’epoca inediti con un giovanissimo Francesco Baracca insieme a D’Annunzio. Molte scene poi, sono state girate al Museo Baracca di Lugo di Romagna.

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