Giuseppe Fiorello veste i panni di Francesco Baracca (1888-1918) nel film documentario I cacciatori del cielo, in onda su Rai 1 alle 21.30 mercoledì 29 marzo. Il film va in onda per i 100 anni dell’Aeronautica Militare Italiana e racconta il primo tra tutti gli eroi della nostra aviazione.
I cacciatori del cielo, storia di un asso degli assi
Il film è stato realizzato per celebrare il Centenario dell’Aeronautica Militare. Diretto da Mario Vitale, è stato scritto da Pietro Calderoni e Valter Lupo, con la consulenza storica di Paolo Varriale.
Il film con Beppe Fiorello mixa storia, fiction e testimonianze. La pellicola narra le gesta eroiche di Baracca ma anche vita e amicizia di un gruppo di aviatori che si distinsero per coraggio e azioni in volo, durante la Prima Guerra Mondiale. Infatti, grazie a loro, il 28 marzo 1923 nacque l’Aeronautica Militare italiana.
Francesco Baracca era un pilota del Regio Esercito, ma prima di essere aviatore faceva parte della Piemonte Cavalleria. L’aviazione era agli inizi e ben pochi uomini si avventuravano in quelle imprese. Francesco Baracca però, vedendo uno dei primi voli ne rimase affascinato e quindi capì che l’aviazione era il suo futuro. Francesco Baracca grazie ai suoi numerosi meriti, venne promosso prima capitano e poi maggiore. Nel frattempo, assunse anche il comando della 91ma squadriglia, ovvero la squadriglia degli assi.
I cacciatori del cielo, la trama del film
Il film inizia con l’anno 1915. In quell’anno Francesco Baracca insieme a Piovesan e Piccio si ritrovarono nel campo di aviazione di Santa Caterina, vicino a Udine. In seguito i tre divennero grandissimi amici, e insieme sono riusciti a resistere ai raid aerei degli austro-ungarici. Baracca poi, il 7 aprile 1916, conquista la prima vittoria italiana, alla quale ne seguirono molte altre. Diventa così un eroe per gli italiani. Sul suo aereo brilla il suo stemma, il cavallino rampante. Per le sue imprese, Francesco Baracca ottiene la medaglia d’oro al valor militare.
All’epoca di Baracca, l’Aeronautica Militare non esisteva ancora, infatti l’aviazione faceva parte della Cavalleria. Il pilota dopo aver abbattuto cinque aerei, divenne asso e ha potuto così anche scegliere un simbolo da mettere sul proprio biplano, un cavallino rampante.
La madre del pilota, cinque anni dopo la sua morte, disse al giovane pilota di auto da corsa Enzo Ferrari: ” metta il cavallino rampante del mio figliolo sulle sue automobili, le porterà fortuna“. E pare proprio che così fu!
I cacciatori del cielo, un omaggio all’uomo oltre che all’eroe del cielo
Nel film con Beppe Fiorello, Francesco Baracca non è solo l’eroe e il pilota, ma è anche l’uomo con sentimenti, rapporti umani. Francesco Baracca è stato il grande pilota esperto che è rimasto nella storia, facendo però, anche scelte personali dolorose. Nel film vedremo dunque la vera essenza di un gentiluomo.