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I Cacciatori del cielo: una storia vera di Eroismo, Amicizia e Amore

I Cacciatori del cielo

Screen

Ieri abbiamo festeggiato i 100 di Aeronautica Militare, istituita per Regio Decreto n. 645 il 28 marzo 1923. Rai 1, con la messa in onda de “I Cacciatori del cielo” ci dà la possibilità di approfondire la storia di un grande corpo armato del nostro Stato, ricostruendo alcuni fasi importanti che gli hanno permesso di venire alla luce.

Massima attenzione viene data a Francesco Baracca considerato un eroe italiano che insieme ad altri uomini coraggiosi hanno messo le basi per lo sviluppo dell’aviazione in Italia.

Mario Vitale, con la consulenza storica di Paolo Varriale, dirige Giuseppe Fiorello nei panni di un uomo forse poco noto al grande pubblico. Ma le cui imprese hanno condizionato la vita di molti.

La storia de I Cacciatori del Cielo

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I Cacciatori del Cielo è un film che mescola ingredienti incredibili come amicizia, amore, coraggio e spirito di sacrificio. La sua particolarità e quindi la sua originalità sta nella commistione di generi e modi di espressione.

Ovviamente, come è facile supporre, il film è arricchito da una serie di interviste ricostruite ai protagonisti della storia. Interpretati dai rispettivi attori. In più, la narrazione è intervallata da preziosi materiali di repertorio come filmati d’epoca e animazioni originali.

La Trama de I Cacciatori del Cielo

Il film è collocato dal punto di vista temporale nel 1915,  anno in cui Baracca, Piccio e Piovesan, tre uomini molto diversi fra loro per estrazione sociale, provenienza e indole sono destinati a diventare grandi amici.

I tre si ritrovano insieme nel campo di aviazione di Santa Caterina, vicino Udine. Il luogo ha un valore fondamentale perché è la sede del primo reparto aerei da caccia e del Comando Supremo.

Baracca, Piccio e Piovesan affrontano grandi difficoltà. Infatti, si trovano a dover L’iniziale difficoltà a resistere contro i raid aerei austroungarici verrà superata dalle innovazioni introdotte dal meccanico Piovesan. E dalla maestria di quei pionieri del volo, in primis Baracca, che conseguirà la prima vittoria italiana nella storia dell’Aeronautica, il 7 aprile 1916.

A questa ne seguiranno molte altre. Rendendolo un’icona nella popolazione italiana, insieme allo stemma del suo aereo, il Cavallino rampante. Un successo che indurrà il Comando Supremo a superare le perplessità iniziali e istituire una squadriglia di élite, la 91a, per le operazioni particolarmente delicate, affidata a Baracca.

Tuttavia, come la dura realtà vuole, la guerra porta morte e distruzione. E si assiste alla morte di Baracca avvenuta il 19 giugno 1918 nel corso di una missione sul Montello, durante la Battaglia del Piave. La sua morte suscitò grande commozione in tutto il Paese. Aveva solo 30 anni.

 

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