La Rai trasmette la storia sul giornalista antimafia che si è dibattuto contro la malavita nei pochi anni della sua esistenza. I Cento Passi, rivela il suo vissuto e il suo trasporto per ardire ad un cambiamento rivoluzionario in cui credeva realmente.
Un figlio ignaro della realtà familiare
Peppino Impastato nasce a Cinisi il 5 gennaio 1948. Suo padre proviene da una famiglia di agricoltori che ha sempre dovuto confrontarsi con la malavita locale, concedendo favori per garantirsi tranquillità. Durante il periodo del fascismo, il padre, Luigi, è stato confinato per tre anni a Ustica con l’accusa di attività mafiose. Tornato a casa, ha continuato a dedicarsi al contrabbando di generi alimentari.
Due fratelli opposti
Peppino cresce con il fratello Giovanni in un ambiente protetto dal clan, è testimone fin da giovane della violenza presente nel mondo della criminalità organizzata. Nel 1963, suo zio materno Cesare Manzella, ex capomafia, muore in un’esplosione a bordo della propria auto, probabilmente vittima di un attacco in una faida mafiosa. A soli quindici anni, questo evento spinge Peppino a prendere una direzione opposta rispetto alla sua famiglia. Rompe i rapporti con il padre. Rimane legato alla sua mamma, Felicia, che cerca invano di dissuaderlo dalla sua intensa attività politico-culturale iniziata in quegli anni.
Aspre critiche
A Cinisi, in una sera qualsiasi, al microfono di una radio, c’è un ragazzo di trent’anni con una voce tagliente. Il conduttore radiofonico critica aspramente gli “uomini d’onore” che detengono il potere in Sicilia attraverso la criminalità organizzata, sferrando duri attacchi contro di loro con un tono sarcastico e ironico. Nel suo lavoro di comunicazione, Peppino, infrange l’omertà che opprime la cittadina sicula, denunciando abusi e corruzioni. Tra la sua abitazione e quella del boss locale, ci sono i cento passi. Poco tempo prima, ha deciso di candidarsi alle elezioni municipali con l’obiettivo di diventare consigliere comunale, sperando di cambiare le cose attraverso la politica, la sua radio e la forza della legalità.
Omicidio prima delle elezioni
La notte del 9 maggio 1978, sei giorni prima delle elezioni amministrative, è brutalmente picchiato a morte e poi fatto saltare in aria con sei chili di tritolo. I suoi resti dilaniati dall’esplosione vengono ritrovati lungo un tratto della ferrovia che collega Palermo a Trapani. L’omicidio di Peppino Impastato rappresenta un atto di violenza estrema per zittire la sua voce e il suo impegno contro la mafia e per ostacolare la sua partecipazione alle elezioni. I Cento Passi celebra la tragica fine di Peppino che lo rende un simbolo della lotta contro la criminalità organizzata e dell’impegno per la legalità in Sicilia.