La prima serata di Rai Uno è segnata dalla programmazione di un grande film di successo. I Cento Passi è lo sguardo di Peppino Impastato lungo la traiettoria delle cosche di cosa nostra che da sempre imperano nell’isola siciliana.
La morte di Impastato
Una notte di fine primavera, a pochi giorni dalle votazioni a Cinisi, Peppino Impastato subisce un agguato e fatto esplodere con sei chili di tritolo. Una morte atroce e i resti ritrovati lungo un tratto della ferrovia che collega Palermo a Trapani. L’omicidio di Peppino Impastato, fatto passare per un suicidio, rappresenta un atto violento, per mettere a tacere la sua battaglia alla mafia. Tutti conoscevano il coraggio e la voce che metteva nel considerare feccia la criminalità organizzata.
Il presunto messaggio di addio
I notiziari faranno un blando riferimento alla morte di Peppino con l’ipotesi di un atto terroristico oppure di un suicidio. Il tutto voleva andare a minimizzare l’importanza della sua morte e di mettere in ombra il suo impegno contro la mafia. Per dare man forte alle dicerie sul suo volerla fare finita, verrà presentato un biglietto scritto con le sue mani: “Purtroppo debbo riconoscere d’aver dato la mia sensibilità in pasto ai cani. Ho cercato con tutte le forze che mi restavano in corpo di riprendere quota, incoraggiato anche dalla fiducia e dall’affetto di alcuni compagni non ce l’ho fatta, bisogna prenderne atto.
Il mio sistema nervoso è prossimo al collasso e, sinceramente, non vorrei finire i miei giorni in qualche casa di cura. Ho bisogno, tanto bisogno di starmene un po’ solo, riposarmi, curarmi. Spero di riuscirci. Il parto non è stato indolore, ma la decisione è ormai presa. Proclamo pubblicamente il mio fallimento come uomo e come rivoluzionario. Addio, Giuseppe”.
Carcere a vita per il mandante
Ci vorranno sedici anni prima, che questa battaglia legale, trovi un barlume di giustizia nella sentenza firmata dal magistrato Rocco Chinnici. Il P.M dichiara la morte di Impastato omicidio per mano di “ignoti mafiosi”. Ci sarà l’ergastolo per Tano Badalmenti, il mandante mai pentito. Peppino è scomparso a soli 30 anni.
Una notizia passata in secondo piano
Una notizia terrificante che viene oscurata da un’altra morte illustre, quella di Aldo Moro. L’ex premier e deputato della Democrazia Cristiana era stato rapito mesi prima e poi fatto ritrovare in un Renault 4 nella città capitolina. Gli inquirenti, erano accorsi grazie ad una chiamata anonima e le prime pagine erano tutte rivolte al dramma del parlamentare trovato cadavere nel portabagagli.