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I dubbi del generale Dalla Chiesa sulla P2 e il suo omicidio: mezze verità, falsità, senza una certezza

carlo alberto dalla chiesa e quella richiesta di Picchiotti P2

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Al crollo verticale dei brigatisti italiani manca poco. Le brigate rosse stanno per essere smantellate grazie al lavoro del generale Dalla Chiesa e della sua squadra. Improvvisamente, nel 1976, il Nucleo Speciale Antiterrorismo viene smantellato. Carlo Alberto dalla Chiesa è a Torino che aspetta la promozione a generale di Divisione ma all’improvviso inizia un periodo cupo, difficile e penoso: i suoi superiori gli dicono che sarà sollevato anche dal Comando della Brigata.

Dopo i successi contro il terrorismo il generale Dalla Chiesa diventa scomodo, è lontano dai “giri” di Roma.

Picchiotti e le vie infinite della P2

Sempre nello stesso anno, una mattina di ottobre,  a Torino arriva il generale Franco Picchiotti, ex vicecomandante dei carabinieri, che decide di andare a trovare il generale Dalla Chiesa. Il generale Dalla Chiesa è demoralizzato, racconta a Picchiotti le sue vicende. Franco Picchiotti ascolta e alla fine gli dice: “Le vie sono infinite, vieni con noi“. Picchiotti dice a Dalla Chiesa che in tanti sono lì dentro, anche dal Comando Generale dell’Arma.

Tanti amici e una loggia massonica segreta: la P2 di Licio Gelli

Il generale Carlo Alberto dalla Chiesa ha forti dubbi in merito a quanto Picchiotti gli racconta. Prima di congedarsi, Picchiotti lascia sulla scrivania di Dalla Chiesa un foglio, la domanda di adesione alla P2. In seguito Picchiotti chiama, si fa vivo molte volte. Fino a quando Dalla Chiesa cede e firma quel foglio. Il nome del generale Dalla Chiesa però, non sarà mai ritrovato negli elenchi della loggia segreta sequestrati nella villa di Gelli a Castiglion Fibocchi. Quello che fu trovato, fu esclusivamente un foglio, una domanda di iscrizione rimasta vacante, in “sospeso”.

Carlo Alberto dalla Chiesa dopo qualche mese viene messo a capo del coordinamento degli istituti di prevenzione e pena. E’ un incarico amministrativo ma il generale lo trasforma in centrale antiterroristica con informatori nelle prigioni, infiltrati. Nascono così le supercarceri di dalla Chiesa per i capi delle Brigate Rosse. Il terrorismo però, non è ancora sconfitto.

La tragedia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa

Nel 1978 muore Dora, la moglie del generale, a causa di un infarto. Il suo cuore cessa di battere tra ansie, angosce per un marito nel mirino dei brigatisti, in pericolo. Dora per anni si tiene dentro preoccupazioni e ansia. Il dolore per il generale è enorme, continuerà sino alla fine dei suoi giorni a parlarle, scriverle.

Carlo Alberto dalla Chiesa scrive a Dora, nel suo diario quotidiano, e rivelerà così all’amata moglie tutto il marcio che lo circonda.

Durante il funerale, Dora Fabbo viene ricordata come “la vittima più silenziosa del terrorismo” e, in quello stesso istante, l’Italia precipita nella dannazione.

Carlo Alberto dalla Chiesa, una minaccia per chi vive fra patti e ricatti

Carlo Alberto dalla Chiesa ha sconfitto le Brigate Rosse, con nuovi metodi d’indagine, con la sua squadra. Ma questa è stata anche la causa di ostilità e sospetti nei suoi confronti. Il generale viene nuovamente inviato a Palermo, diventa prefetto lo stesso giorno dell’omicidio La Torre, il 30 aprile 1982.

La prefettura di Palermo è avvolta tra misteri di Stato e odor di mafia. Carlo Alberto dalla Chiesa è scrutato, intercettato e seguito, è un uomo solo, per centoventi giorni solo in una Palermo dove non è gradito. L’omicidio premeditato del generale Dalla Chiesa era già annunciato. Il 3 settembre del 1982 nel carcere dell’Ucciardone brindano con lo champagne, mentre a Roma qualcuno sospira per lo scampato pericolo. Insieme al generale Dalla Chiesa muore anche la moglie Emanuela Setti Carraro e, pochi giorni dopo, morirà anche l’uomo della sua scorta, Domenico Russo.

Nei suoi diari, Carlo Alberto dalla Chiesa esprime tutto il suo supplizio. Cita i nomi di chi l’ha osteggiato, come Giulio Andreotti e uno Statoche non vuole debellare una politica mafiosa“.

L’inchiesta per l’omicidio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa si ferma a un solo mandante. il boss mafioso Totò Riina.

Il resto non si può toccare.

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