Il Diritto di Contare è il film in onda questa sera su Rai 1, mercoledì 24 maggio 2023. Diretto da Theodore Melfi, la pellicola è ispirata al saggio di Margot Lee Shetterly e racconta la storia vera di tre donne che contribuirono con il loro lavoro alla Nasa a portare l’uomo sulla Luna.

Il titolo originale è Hidden Figures, ossia figure nascoste, come queste tre donne che lavorarono nell’ombra. Ma è anche un film sul razzismo, sulla segregazione razziale, sulle discriminazioni e sulla forza di queste eroine, donne nere, che riuscirono a scalfire l’ambiente maschilista della Nasa e la segregazione razziale della Virginia negli anni ’60. Queste tre eroine della scienza e non solo, riuscirono a dimostrare il proprio talento e valore, dando un contributo significativo alle missioni nello Spazio.

Il diritto di contare: Katherine Johnson portò l’uomo sulla Luna

Tra queste tre scienziate afroamericane c’era anche Katherine Johnson, l’ultima scomparsa delle tre e rimasta in vita sino all’età di 101 anni. La sua storia viene ben raccontata nel film e scorre accanto a quella di Dorothy Vaughan e Mary Jackson.

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Katherine Johnson ha lavorato per oltre trent’anni alla Nasa, e il suo contributo fu determinante per la spedizione USA dell’uomo sulla Luna.

La matematica afroamericana Katherine Johnson è scomparsa a febbraio del 2020 e i suoi calcoli, sulle imponenti lavagne del Centro Langley della NASA, permisero agli USA di arrivare sulla Luna.

Katherine si appassiona alla matematica sin da bambina e a 14 anni si diploma. All’età di 16 anni si iscrive al West Virginia State College dove si laurea in matematica e francese a 18 anni, nel 1937.

Dopo la laurea insegna matematica, musica e francese alle scuole elementari in Virginia.

Il grande sogno di Katherine Johnson, però, non era quello di fare l’insegnante ma bensì quello di seguire la carriera della ricerca matematica. Tuttavia, il momento storico e il mondo intorno non sembrano voler favorire questo sogno. Katherine Johnson si trova davanti molte barriere, la segregazione razziale e, come se tutto questo non bastasse, è anche una donna. Negli anni del dopoguerra gli americani, però, iniziano ad investire molto in ricerca e il tutto per conquistare lo spazio. C’è in atto una vera e propria guerra con l’Unione Sovietica che non doveva e non poteva essere persa.

Katherine Johnson, la matematica della missione Apollo 11

Il National Advisory Committee for Aeronautics, NACA, in seguito divenuto la NASA, ricercava nuovo personale, anche donne e afroamericane, presso il dipartimento di Guida e Navigazione. La Johnson, nel 1953, entrò nella squadra della NACA. Inizialmente era con un gruppo di donne tecniche che eseguivano calcoli matematici. Queste donne, soprannominate le computors, avevano il compito di leggere le scatole nere degli aerei per poi effettuare precise operazioni matematiche. In seguito, nel 1958, Katherine entrò nel gruppo maschile di ricerca di volo. La donna si fece subito apprezzare dai colleghi grazie al suo talento e alle doti in geometria analitica, nonostante fosse, non solo donna, ma anche afro-americana.

Nonostante tutto, la Johnson partecipò a tutte le riunioni del gruppo, tanto che anni dopo disse: ” la maggior parte dei calcoli all’epoca li realizzai con carta e penna. L’importante era che fossero corretti. Bisognava superare molti parametri, i tipi di missione erano diversi. C’era il rientro a terra, le traiettorie, la velocità e quindi ogni calcolo avveniva con modalità diverse. Il nostro orgoglio era comunque uno solo, quello di riportare sempre a terra i nostri astronauti”.

Katherine Johnson, nel 1959 ha calcolato la traiettoria del primo volo spaziale con equipaggio. Nel 1961, invece, contribuì al lancio della missione Mercury. Nel 1962 alla NASA si utilizzarono i primi prototipi di computer, calcolatori elettronici per il calcolo del volo orbitale. Alla Johnson fu chiesto di verificare personalmente a mano i calcoli del computer, perché John Glenn si rifiutava di volare senza la sua personale conferma.

Ma Katherine Johnson è entrata nella storia grazie alla missione lunare Apollo 11 del 1969, per quale la donna ha calcolato la traiettoria. Il suo lavoro per le missioni spaziali è andato avanti anche nelle successive missioni Apollo, per lo Space Shuttle e, anche, per la progettazione dei primi piani per la missione su Marte.

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