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Il Gattopardo: capolavoro del cinema italiano

Luchino Visconti Rai 1

Su Rai 1, martedì 15 agosto 2023, in prima serata, un nuovo appuntamento con la meraviglia cinematografica grazie alla messa in onda del kolossal di Luchino Visconti, Il Gattopardo. La versione letteraria di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, trova la sua formidabile controparte cinematografica grazie al talento e maestria del grande Luchino Visconti.

Il Gattopardo: capolavoro del cinema italiano

I fatti narrati si svolgono durante un momento storico fondamentale: lo sbarco a Marsala di Garibaldi e dei suoi Mille. In seguito, vedremo la conseguente nascita di una nazione, patria dai mille volti e vizi con le tante contraddizioni che ancora oggi esistono.

Sulla linea di Via col vento e la guerra civile americana, Il Gattopardo mixa alla perfezione storia e finzione, sfarzo e decadenza, cadute e nuove ascese. Visconti è riuscito abilmente a trasformare in racconto epico, un momento cruciale della storia d’Italia.

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Nel cast del film uno strepitoso Burt Lancaster, un affascinante Alain Delon e una testarda Claudia Cardinale.

Il trasformismo e opportunismo italiano in un film epico

Il Gattopardo ci apre le porte del lussuoso palazzo della famiglia del Principe di Salina, interpretato da Burt Lancaster, dove tutto sembra passare con inerzia. La Sicilia, come il resto d’Italia, è in fermento. Il Risorgimento ha posto le basi del rivoluzionario cambiamento politico, destinato a togliere dal trono l’aristocrazia di cui il Principe è parte attiva. Suo nipote Tancredi Falconeri, interpretato da uno splendido Alain Delon, è invece un giovane abile a cavalcare l’onda del momento.

Il giovane diventa così l’esempio del trasformismo dell’alta borghesia dell’epoca. E’ questo il modo usato dai nobili più scaltri per sopravvivere ai tempi e cambiamenti sociali. Tancredi infatti, abbandona l’idea di matrimonio con la cugina Concetta, pavoneggiandosi con la scaltra e bella Angelica, interpretata da Claudia Cardinale. Lei è anche la figlia del nuovo sindaco rozzo e popolano, Don Calogero Sedara.

Il matrimonio tra Tancredi e Angelica è un eclatante esempio di trasformismo, opportunismo e e convenienza fra chi gode di una buona posizione sociale ma è ormai senza alcuna disponibilità economica. Le nozze poi, sono anche un ottimo mezzo per chi invece è alla ricerca di validare il ceto sociale tramite la propria ricchezza nell’ambiente borghese.

Nel frattempo, la politica muove le sue avide mani nel tentativo di inglobare relitti decadenti in nuovi schemi sociali, come nel caso di Don Fabrizio, a cui non rimane che un lungo e sfarzoso ballo aristocratico prima di avviarsi sulla strada del tramonto.

La pellicola è anche un modo per Luchino Visconti di riversare tutte le sue contraddizioni e impulsi di cambiamento grazie a un racconto in linea perfetta con il decadentismo che tornerà più tardi al centro de La caduta degli dei, Morte a Venezia e Ludwig.

Il finale de Il Gattopardo

Fra rivoluzione e spirito di conservatorismo, sopravvivenza e abbandono, Il Gattopardo ben rappresenta la terra di Sicilia inerte ma fervente di vita. Una terra nella quale si festeggia la fine di un’epoca, rappresentata proprio dal Principe di Salina.

Il principe afferma: “In politica non porgerei un dito, me lo morderebbero“, mentre rifiuta, con disillusa onestà, un incarico politico che avrebbe permesso di sopravvivere alla sua posizione sociale, ma che sarebbe stato in netto contrasto con la sua storia, tradizione personale e politica.

Il gran ballo e i nuovi nobili che cercano di trovare nuove vie per mantenere i propri privilegi, anticipano l’abbandono dello status di Don Fabrizio Corbera che si avvia così verso il buio, portando con sé la fine di un’epoca e il disfacimento della classe politica che da sempre l’ha governata.

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