La storia di Zlatan Ibrahimovic ha delle origini molto difficili. Quello che sarebbe diventato poi un fenomeno del calcio di tutti i tempi viveva nel ghetto di Rosengard, nella periferia di Malmö. Ibrahimovic non ha avuto un’infanzia molto facile, caratterizzata da povertà e da diverse difficoltà di inserimento.

Ma lui fin da piccolo ha sempre dimostrato una grande determinazione. Soprattutto ha tratto insegnamenti molto decisi da mamma Jurka e ha saputo costruirsi una storia di cui molti aspetti sono sconosciuti, ma che tutti i tifosi del famoso campione dovrebbero sapere. Cerchiamo di scoprirne allora di più sulla vita di Zlatan Ibrahimovic.

Chi è Zlatan Ibrahimovic

Già un quadro identitario di Zlatan Ibrahimovic possiamo farlo dal suo cognome, che ha origini slave, bosniache e croate. Nel suo cognome viene rintracciato quel tentativo di integrazione razziale che ebbe inizio a partire dagli anni ’60.

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Anche il quartiere in cui viveva, il ghetto di Malmö, appare un insieme di etnie differenti, di culture diverse, che segnò profondamente l’infanzia del calciatore. Lui viveva in un quartiere molto degradato, che rappresenta le sue umili origini.

È proprio qui che è dovuto crescere e formarsi, prima che come atleta, come uomo. I suoi genitori erano immigrati. La mamma Jurka si separò presto dal marito Sefik. Zlatan era il più piccolo di altri fratelli e non ebbe un’adolescenza molto facile.

Il suo sogno era quello non di studiare, ma di riuscire a lasciare il quartiere in cui viveva per diventare un fenomeno del calcio mondiale, per riscattare il proprio Io. Lui stesso ha spiegato una volta che dopo la separazione del padre e della madre è cresciuto con il padre.

Quest’ultimo lavorava molto per permettere loro di vivere, ma a casa non c’era abbastanza cibo. È stato proprio il padre a credere molto nel talento del figlio. Infatti, quando non aveva soldi per andare agli allenamenti, il padre glieli forniva e non pagava l’affitto del mese.

Gli inizi e il successo di Zlatan Ibrahimovic

Inizialmente ha provato a debuttare nel mondo del calcio con la maglia della squadra del suo quartiere, senza però ottenere particolari risultati. Lavora duramente per essere notato, finché arriva all’FBK Balkan, un gruppo calcistico gestito da immigrati jugoslavi.

È a questo punto che arriva veramente a mostrare tutta la sua prestanza fisica e a segnare moltissimi goal, anche quando gioca con ragazzi più grandi.

Qualcuno gli indica anche la strada del basket, ma lui vuole perseguire nel calcio e per questo si allena anche nelle arti marziali per acquisire elasticità e una certa coordinazione nei movimenti.

A 14 anni entra nelle giovanili dal Malmö e poi comincia a farsi strada nella Nazionale svedese, prima nell’Under 18 e poi nell’Under 21. A poco a poco diventerà il fenomeno calcistico che tutti siamo abituati a conoscere.

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