L’incredibile storia dell’isola delle rose è un film di Sydney Sibilia che ha come protagonisti Elio Germano e Matilda De Angelis. Si racconta una vicenda quasi surreale che, per la prima volta dopo il secondo conflitto mondiale, vide realmente l’Italia dichiarare guerra contro lo Stato nato a largo di Rimini in acque intenazionali.

La vera vicenda raccontata ne L’incredibile storia dell’isola delle rose

Erano gli anni ’60 quando l’ingegnere Giorgio Rosa decise di proclamare la nascita di un nuovo stato indipendente costruendo una piattaforma di circa 400 metri quadri. La struttura venne realizzata in acque internazionali appena fuori dalla competenza italiana a largo di Rimini.

Il suo sogno era quello di creare una nazione libera in cui si potesse vivere a riparo dal bigottismo che caratterizzava l’Italia di quegli anni. Rosa, che assunse poi anche la carica di Presidente, il 1 maggio del 1968 dichiarò la sua isola indipendente.

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La sua dichiarazione ovviamente fece storcere il naso allo Stato Italiano che non esitò a lanciare contro Rosa un vero e proprio contrattacco. Secondo il Governo infatti l’utopia messa in piedi dall’ingegnere aveva lo scopo di lucrare sui proventi arrivati dal traffico sempre crescente di vacanzieri che approdavano sulla sua isola senza pagare le relative tasse.

Dopo un tira e molla durato all’incirca un anno l’Italia si decise ad attuare un blocco navale che di fatto impediva a chiunque di approdare sulla piattaforma. In sostanza fu come se fosse sceso in guerra contro il sogno di Rosa.

La distruzione dell’isola

Nonostante Giorgio Rosa abbia fatto l’impossibile per veder riconosciuti i diritti della sua Repubblica delle Rose nel febbraio del 1969 l’Italia decise di demolire la piattaforma. In precedenza tutti i suoi cittadini, di cui uno che lì aveva trovato rifugio dopo un naufragio prendendone la residenza, erano stati evacuati. Dall’isola vennero portati a terra anche tutti i beni che si trovavano lì.

L’11 febbraio i Palombari artificieri della Marina Militare Italiana piazzarono delle cariche esplosive che avrebbero dovuto far implodere la piattaforma. Ben due tentativi però andarono a vuoto e l’Isola delle rose restò in qualche modo in piedi. Riportò infatti solo danni capaci di deformarne la struttura.

A far crollare il sogno di Giorgio Rosa ci pensò però qualche giorno dopo una violenta burrasca. La tempesta fece inabissare la sua isola già duramente lesionata dalle esplosioni. Per l’occasione tutta Rimini venne tappezzata da manifesti funebri. Così si puntava il dito contro l’inadeguatezza dello Stato Italiano di fronte ad un’opportunità per il turismo.

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