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Marilyn ha gli occhi neri: dove è stato girato il film della follia in cucina?

Marilyn ha gli occhi neri Rai 1 film

Marilyn ha gli occhi neri, è il film che questa sera, mercoledì 1 novembre, Rai 1 trasmette in prima serata. Stefano Accorsi e Miriam Leone vestiranno i panni dei due protagonisti, Diego e Clara, due disagiati sociali che frequentano un centro diurno di riabilitazione sociale e psicologica.

La trama del film

Clara e Diego soffrono del mal di vivere: lei è una bugiarda patologica mitomane e lui è nevrotico con tic e scoppi d’ira. Conoscendosi, però, riusciranno a lasciare insieme l’inferno dove sono piombati tornando così a vivere nel mondo vero esterno. Come riusciranno a fare questo salto? Apriranno un loro ristorante falsando l’opinione comune e il pregiudizio sociale.

Marilyn ha gli occhi neri è un film commedia sentimentale e molto divertente del regista Simone Godano, che quando uscì nelle sale nel 2021, ha ricevuto giudizi positivi da pubblico e critica.

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Quali sono le location dove è stato girato il film Marilyn ha gli occhi neri? Scopriamolo qui sotto insieme.

Marilyn ha gli occhi neri: le location del film della follia in cucina

La pellicola Marilyn ha gli occhi neri è stata girata a fine 2020, quando ancora il Covid 19 non era stato del tutto sconfitto. La location del film è Roma: è qui che hanno preso vita tutte le scene e riprese della pellicola con Stefano Accorsi e Miriam Leone.

Nelle diverse scene vedremo dunque molti luoghi esterni romani, mentre le scene degli interni del film sono ambientate negli studi cinematografici di Roma.

Come è stata costruita la sceneggiatura del film

Simone Godano e Giulia Steigerwalt per costruire la sceneggiatura di Marilyn ha gli occhi neri sono stati molte settimane dentro a centri diurni per malati psichiatrici. In quei luoghi sono riusciti a cogliere la routine di questi malati, con i loro tic, manie, ossessioni e sindromi. Il regista è riuscito così a cogliere sfumature che non sarebbe stato possibile cogliere altrimenti, come ad esempio, il rifugiarsi in una loro particolare comfort zone, un luogo per loro molto sicuro. Il taglio della narrazione è quello della commedia sentimentale drammatica. In scena hanno poi messo storie e personaggi che vivono un disagio sociale e mentale ma senza scadere nel pietistico. Infatti, queste persone si vedono dallo stesso piano, da vicino, entrando in sintonia con loro e guardandole dentro. A prevalere è dunque l’empatia, mai la pietà, senza lacrime ma con tanti sorrisi e sano divertimento. Da vicino nessuno è normale, ed è un proverbio sempre valido, particolarmente adatto a raccontare i nostri tempi.

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