Su Rai 1, mercoledì 1 novembre 2023, in prima serata, va in onda il film commedia Marilyn ha gli occhi neri, con Mirian Leone e Stefano Accorsi, diretto da Simone Godano. Il film intreccia nella sua trama una storia assurda ma altrettanto verosimile. Quindi la pellicola è stata tratta da una storia vera? E’ successo davvero quello che vedremo nel film? Scopritelo leggendo qui sotto.

Marilyn ha gli occhi neri: il film è tratto da una storia vera?

Marilyn ha gli occhi neri è il film che Rai 1 manda in onda questo 1 novembre e che affronta il tema della salute mentale. Miriam Leone è Clara Pagani, Stefano Accorsi è un’ex chef nevrotico di nome Diego. La pellicola narra la vicenda dei due protagonisti in maniera assurda, ma molto adattabile alla realtà. Diego e Clara sono seguiti da un centro diurno di riabilitazione per persone con problemi mentali. Lo psichiatra un giorno propone ai due protagonisti un esperimento: un laboratorio di cucina dove Clara e Diego dovranno cucinare per alcuni anziani.

Diego, ex-chef, guiderà Clara in questo laboratorio terapeutico. La ragazza sembra entusiasta di questo suo nuovo impegno, molto esaltata dalla cosa decide di creare anche un sito del ristorante e inizia poi a mettere recensioni positive ma false. Il ristorante lo chiama Monroe, proprio come Marylin, a cui Clara è convinta di assomigliare. Dopo qualche tempo, il ristorante Monroe diventa tra i più esclusivi della nostra penisola. Ma le bugie si sa hanno le gambe corte e Clara molto presto non riesce più a reggere il gioco da sola e quindi chiede aiuto a Diego. Insieme, decideranno di aprire per davvero un ristorante che sarà il vero Monroe. La storia è assurda ma pensandoci bene potrebbe davvero anche essere vera!

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E diciamo che per metà dietro al film si cela una storia vera. Un inglese di nome Oobah Butler, che era pagato per postare recensioni positive fake per diversi ristoranti, decide di fare proprio come Clara. Nel 2017 il giovane britannico decide di aprire un sito per un ristorante di fatto inesistente, lo chiama The Shed at Dulwich, e sul web posta foto di piatti speciali e all’avanguardia, poi con l’aiuto di alcuni amici scrive centinaia di recensioni fasulle su TripAdvisor. In pochissimo tempo diventa il ristorante di Londra più ambito, anche se nessuno ci è mai stato per davvero. In realtà, The Shed at Dulwich ha aperto le sue cucine per una sola sera, dove a solo dieci clienti selezionati sono stati serviti manicaretti riscaldati al microonde.

Il film, dunque, narra una storia vera a metà, ma solo per portare l’attenzione su una categoria di persone spesso lasciate sole e ai margini della società.

Chi è Diego, il folle cuoco

Diego è una persona che soffre di nevrosi e scatti d’ira e insieme a Clara va in cerca di riscatto sociale. Tra allegria, risate e leggerezza, il regista affronta il tema del male oscuro che abita a volte dentro di noi. Accettare i nostri lati oscuri, riuscendo poi a conviverci, può aprire nuove vie, magari chiedendo e accettando anche un aiuto esterno, in questo caso quello dello psichiatra.

Diego è un uomo separato e ha una figlia. La moglie dopo la separazione ha conosciuto un altro uomo che ora vive insieme a lei e alla figlia avuta con Diego. L’ex marito ha paura di questo nuovo convivente, mette in dubbio le sue capacità di padre e ha paura di non esserne più all’altezza. Diego a questo punto teme di poter perdere sua figlia e le sue esplosioni di rabbia sono la reazione a questa sua paura: il nuovo compagno dell’ex moglie potrebbe averlo sostituito in tutto e anche per questo motivo Diego non riesce più a vedere un futuro.

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