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Marilyn ha gli occhi neri: si può uscire dall’inferno cucinando? Si, basta essere diversi

Marilyn ha gli occhi neri Rai 1

Risate, ironia e divertimento che nascono da un bisogno comune bisogno di accettazione, e che oggi passa per forza di cose attraverso l’immagine web. Questo, ma non solo, è uno dei tanti temi che affronta Godano nel suo film, Marilyn ha gli occhi neri, in onda mercoledì 1 novembre su Rai 1, in prima serata. Ma davvero una semplice cucina e dei piatti da chef stellato possono contribuire a lasciare l’inferno nel quale si è caduti? Sembra proprio di si, basta essere diversi e anche un poco folli.

Marilyn ha gli occhi neri: in cucina si può uscire dall’inferno? Si, se sei diverso

Clara e Diego, i due protagonisti del film, sono due persone affette dal mal di vivere. Sono quasi emarginati, persi, ma loro, però, non vogliono affatto perdersi. In fondo, anche se ogni giorno fanno qualche danno, danneggiandosi, qualcosa di diverso può sempre capitare e i due protagonisti sembrano esserne, in fondo in fondo, anche convinti. E un giorno come un altro questo accade. Diego e Clara provano a risalire dall’inferno dove sono piombati e tentano di ripartire, aprendo un ristorante. È la storia di Marilyn ha gli occhi neri, con Miriam Leone e Stefano Accorsi nei panni dei due protagonisti. Una commedia che dalla cucina e dalla dispensa fa emergere gravi disagi. Ma che offre anche una speranza, quella che si può anche uscire dall’inferno interiore, magari non solo cucinando.

Una storia assurda, per far luce sulle stranezze e ossessioni del nostro tempo

L’attrice iconica Marilyn Monroe metteva le lenti a contatto per avere occhi scuri sfumati di blu. Nel film Marilyn ha gli occhi neri, gli occhi iconici dell’attrice sono quelli di Clara, una bugiarda patologica nonché attrice mancata, che ogni giorno recita il suo copione quotidiano. Clara finge ottimismo e fiducia nei compagni d’avventura del Centro Diurno di riabilitazione psicologica e sociale. Nel centro incontrerà Diego, ex chef con tic, è balbuziente, e con sfoghi di rabbia violenti.

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Clara è l’unica paziente che si autoesclude durante le sedute di terapia psicologica, è incapace di vedere quello che è realmente. Ma Clara è anche l’unica capace di essere franca con i suoi compagni di terapia. Infatti sarà grazie a lei e alla sua eccentrica diversità che i suoi amici del centro riusciranno ad affrontare la grande sfida di gestire il ristorante Monroe, tra i più rinomati della città.

Infatti, Clara ha costruito un’immagine falsa del ristorante, sul web e i social ha scritto recensioni non vere ma ora tutti, grazie a quella stessa immagine, credono che al mondo non esista nulla di meglio del Monroe.

Il gruppo in cucina sarà guidato da Diego e tra un disturbo paranoide, uno scatto d’ira e una sindrome di Tourette, riusciranno a lavorare in perfetta sinergia per superare tutto, incomprensioni, ostacoli personali, ritrovando così la speranza e la fiducia in se stessi.

Assurdità, ironia, stranezze ed eccentricità per raccontare ossessioni e frustrazioni della nostra epoca attraverso personaggi nevrotici e chiusi nel loro mondo. Spazi chiusi non solo a livello interiore ma anche esteriore, dove il pregiudizio sociale e l’incomprensione fanno da padrone.

Isolati dal mondo e pieni di autocommiserazione, un giorno, però, riescono a ribaltare i ruoli grazie ad una forzata manomissione d’immagine sociale che passa attraverso il web.

La vera svolta l’avremo quando il vero mondo reale esterno tenterà di entrare in quel loro mondo diverso e marginale ma abbellito falsamente per compensare l’esigenza umana di vera normalità.

 

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