La serie TV “Per Elisa – Il caso Claps”, va in onda questa sera sulla Rai. La pellicola è tratta dal libro “Blood on the Altar” di Tobias Jones. Gli episodi vogliono esplorare la terribile vicenda dell’omicidio della giovane 16enne. La serie metterà in luce la caparbietà del fratello Gildo e di tutta la sua famiglia nella ricerca della verità.
La sparizione di Elisa Claps
A fine estate del 1993, Elisa, scompare misteriosamente dopo essere uscita di casa per andare a messa. Il suo corpo viene ritrovato 17 anni dopo, nel sottotetto della canonica del paese. Un caso di cronaca nera italiana che, più tardi, troverà un collegamento con un altro omicidio avvenuto in Inghilterra nel novembre 2002. Heather Barnett, una sarta di 38 anni, madre single di due adolescenti, verrà brutalmente uccisa e mutilata, nella sua casa.
La connessione tra questi due omicidi risiede nell’assassino, che si rivela essere la stessa persona: Danilo Restivo. Per arrivare alla sorprendente conclusione, sono stati necessari molti anni di indagini e una strenua lotta da parte della famiglia Claps di continuare a investigare per portare a galla la realtà per quanto cocente potesse essere. Il fratello maggiore di Elisa, Gildo non si è mai arreso, ha lottato fino a quando tutto finalmente è stato svelato.
La figura di Gildo Claps nella risoluzione del caso
Gildo Claps è il fratello maggiore di Elisa e all’epoca dei fatti aveva 24 anni. Il suo profondo amore per la sorella, gli ha dato la forza e la determinazione necessarie per combattere per ottenere giustizia e scoprire la verità sull’omicidio. Una lotta continua per far in modo che ogni piccolo dettaglio, sulla tragica vicenda, venisse presa in considerazione e vagliata ostinatamente. Sempre in collegamento con le forze dell’ordine per ottenere giustizia.
Proprio lui, ha condotto una battaglia che è durata molti anni, alla fine della quale Danilo Restivo è stato condannato per l’omicidio di Elisa Claps. Gildo ha dedicato gran parte della sua vita alla ricerca della verità su Elisa. I sospetti sull’omicida c’erano dai primi momenti ma le prove mancavano. Grazie ad un lavoro certosino, si è giunti alla verità, seppur molto sofferta. Nel 2002, ha fondato Penelope, l’Associazione delle famiglie delle persone scomparse, dimostrando l’impegno duraturo nel supporto e nell’assistenza alle famiglie colpite dalla scomparsa di una persona cara. Ora vive di questo espediente per dare luce alla scomparsa della sorellina.