Il caso risolto dopo vent’anni. Una successione di eventi e nascondimenti che hanno coinvolto più persone. Il parroco della Chiesa dove è stata ritrovato Elisa cadavere, era a conoscenza dei fatti.
La sparizione di Elisa Claps appena 16enne
Nella mattina del 12 settembre 1993, Elisa Claps fu uccisa da Danilo Restivo nella chiesa della Santissima Trinità. Don Mimì Sabia partì per cure termali a Fiuggi. Aveva prenotato ma dovette tornare a Potenza il 16 settembre a causa di una convocazione in Questura. Egli riferì di non conoscere Elisa e di conoscere appena Danilo.
Danilo Restivo, durante il processo, ammise di aver tagliato ciocche di capelli a diverse ragazze a partire dal 1986 e di aver cercato di smettere grazie all’aiuto di Don Mimì Sabia. Proprio al vicario di Cristo, si era confessato, il prete aveva ricevuto le lamentele da parte di alcuni fidanzati di ragazze frequentatrici del centro Newman.
Chi è don Mimì Sabia
Don Mimì Sabia, è stato descritto come una presenza “forte”. L’ex vescovo di Potenza ha riferito che la chiesa sembrava sfuggire al suo controllo a causa dell’influenza del sacerdote. Nel settembre 2011, l’avvocato della famiglia Claps ha dichiarato che entrambi i vescovi che si sono succeduti nel corso dei 17 anni tra la morte e il ritrovamento di Elisa, hanno ammesso che la chiesa locale era di difficile gestione. La causa era da riversarsi su Don Mimì, sembra che avesse impedito l’ingresso a chiunque nominasse la sparizione e cercasse notizie su Elisa.
Il caso riaperto dalla squadra mobile di Potenza
L’avvocato ha anche dichiarato che Don Mimì Sabia aveva mentito sui suoi rapporti con Danilo Restivo, sostenendo di conoscerlo appena quando in realtà sembrava sapere di più sulla situazione. Il capo della Squadra Mobile di Potenza, riaprì il caso di Elisa Claps 14 anni dopo la sua scomparsa. Il punto focale, ove concentrare le ricerche, era proprio la chiesa del paese.
Quando le forze dell’ordine si presentarono al portone, Don Mimì aprì ma poi la richiuse una volta sentito ciò che dovevano fare, impedendo loro di entrare. Il capo nella persona di Barbara Strappato, riferì di aver chiamato la Procura e il vescovo, ottenendo finalmente l’accesso. Cosa sapeva il ministro parrocchiale da non voler mai considerare la sua chiesa come oggetto di perquisizione? Il corpo fu trovato proprio in una parte celata della canonica. Ancora era da chiarire se era stato spostato il cadavere e portato lì in avanzato di perquisizione oppure l’omicidio è avvenuto proprio tra le mura del luogo sacro.