L’ultima indagine del vice questore Rocco Schiavone 5, andrà in onda questa sera, mercoledì 18 aprile 2023, in prima serata su Rai 2.

La serie tv è giunta all’ultima puntata della quinta stagione, e il suo personaggio principale, il vice questore Rocco Schiavone, si prepara a salutarci.

Burbero, controverso, forse un po’ troppo duro, Rocco però, sotto la corazza, cela un animo sensibile e ricco d’amore.

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Schiavone è un uomo che ha sofferto molto nella vita, e chi ha sofferto si sa, legge meglio di chiunque altro la sofferenza altrui.

Dietro la corazza di Schiavone, fatta di asprezza e ruvidità, c’è in realtà un uomo che ha sofferto e soffre ancora molto. C’è un uomo con tanta solitudine e con animo sensibile, che desidera, nonostante tutto, donarsi al prossimo con tutto se stesso.

Rocco Schiavone, asprezza e durezza sono la corazza dove si cela sofferenza e tanta solitudine

Rocco Schiavone nasconde qualcosa dietro la sua corazza aspra e dura, cela un animo fatto di tanta solitudine e sofferenza. Il vice questore romano è un uomo di e per lo Stato ma la sua visione della legge è diversa e particolare, quasi cieca.

Schiavone è dotato di forte intuito e riesce così a risolvere tutti i casi in modo brillante e arguto. L’uomo però, ha anche un’altra dote, quella di leggere gli animi umani meglio di chiunque altro, criminale o meno, riesce  a cogliere sfumature interiori ovunque.

Lo fa seguendo una sua morale, che spesso, però, non coincide con le regole comuni. Infatti la causa del suo  trasferimento ad Aosta proviene da quella stessa personale visione della legge: ha picchiato un criminale ed ha subito la punizione.

Il filo conduttore della trama di tutte le stagioni della fiction di Rai 2 è sempre lo stesso: il personale e intimo rapporto con la moglie Marina ormai defunta, un legame ultraterreno che condiziona, però, quelli terreni.

Il vicequestore Schiavone a causa di questo legame interiore con la defunta moglie, non riesce proprio a lasciarsi andare del tutto con le altre donne, anche se riesce a conquistarle.

La sofferenza, la solitudine e le ferite profonde del suo animo rimangono lì, fisse e presenti. La solitudine e la sofferenza che scaturisce dai suoi tormenti d’animo, costringono Rocco Schiavone ogni giorno a farci i conti. Tuttavia, in aiuto del vice questore giungono i molti amici romani, arrivano sempre, ogni volta che lui ne ha bisogno, anche se non sono veri e propri stichi di santi.

Sono quegli stessi amici, tra cui Sebastiano, Fabrizio Brizio e Furio Lattanzi, l’unica vera certezza affettiva di Schiavone, un legame che resta costante nel tempo nonostante gli accadimenti a volte letali e violenti.

Ogni caso che Schiavone risolve in Valle D’Aosta, è anche un banco di prova con il proprio passato e con i suoi irrisolti interiori.

Un uomo ferito che vuole continuare a lottare: l’amore come motore di sopravvivenza

È questo binomio tra bene e male che porta alla luce tutta l’umanità di un uomo provato, solo e ferito, ma che ogni volta ci riprova e continua a lottare. Il vice questore Schiavone farà anche di tutto per non cadere in nuovi legami affettivi d’amore, ma, alla fine, suo malgrado, tornerà ad amare.

L’amore è una costante nella vita di Rocco Schiavone. Lo percepiamo anche dall’intenso rapporto che ha con Gabriele, il figlio di una vicina di casa, che Rocco protegge come un figlio e che quando è lontano ne sente la mancanza.

L’amore è ovunque, è anche nel rapporto con l’agente Italo, anche se il giovane poi si allontanerà da Rocco, a causa di qualcosa che nasconde.

Il vice questore è la prova che senza provare sentimento verso il prossimo non si può vivere. Rocco Schiavone erge muri, segna distanze ma solo per non lasciarsi ferire, per non soffrire ancora. Schiavone alla fine ama perchè riesce a comprendere lo stato d’animo di chi incrocia il suo cammino.

 

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