Il cambio di prospettiva in Fikret è solo orientato verso il piccolo figlio della sua compianta Mujgan. Terra Amara è trova la retta via per tutte le situazioni ma le conseguenze sono spesso tragiche.
Fekeli lotta per il nipote
Fekeli, determinato a ottenere la custodia del piccolo Kerem Ali, si reca dallo zio del bambino per una conversazione privata con il suo avvocato. Durante il tragitto, causa accidentalmente la morte di un uomo in un incidente. Al fine di proteggere il nonno di Kerem Ali, Cetin si assume la responsabilità dell’omicidio involontario e si costituisce alle autorità. Il gesto di Cetin, motivato dall’amore e dall’altruismo, è un atto di sacrificio ben mirato. Nonostante la nobiltà della sua scelta, il servitore è consapevole delle possibili gravi conseguenze legali e personali dovute all’assunzione della colpa per un incidente mortale.
Cumali è il vero papà di Uzum
Saniye e Gaffur sono preoccupati e spaventati dal timore di perdere la piccola Uzum, ora che il suo padre biologico, Cumali, si è fatto vivo. Ignari della sua vera identità, la coppia scopre che Cumali è stato assunto come dipendente alla tenuta grazie all’intervento del maldestro tuttofare. Ora, temono di perdere la piccola che considerano ormai parte integrante della loro famiglia. Confusi su come affrontare la situazione, trascorrono il tempo in ansia su come verteranno le cose.
Il pagamento per ottenere il piccolo Kerem Alì
Fekeli e Lütfiye decidono di pagare 2 milioni di lire allo zio di Kerem Ali per ottenere la custodia definitiva del bambino. Successivamente, Fekeli rivela a Fikret la sua intenzione di costituirsi e gli chiede di partecipare al funerale di Erkan Gümüşoğlu, garantendo il supporto necessario alla sua famiglia. Intanto felici di aver ottenuto di poter portare con loro il piccolo, Fekeli prende spontaneamente l’iniziativa di recarsi in prigione per assumersi la responsabilità della morte di Erkan. Si confessa a Friket e insieme si avviano verso il commissariato, parlando al gendarme dirà “Sono un uomo onesto e la mia coscienza mi porta a dire la verità. Sono io che ho investito quel pover’uomo, Cetin è innocente. Vi prego di credere , questa è la verità, rilasciate Cetin che non ha nessuna colpa”-
Fekeli in prigione
Alì Rhamet è accolto con grande rispetto in carcere dove porta un lauto banchetto per gli altri carcerati come lui. Come se non bastasse si siee e inizia a distribuire i soldi ad ognuno i loro. Li comprende appieno e sa che tanti di loro sono in prigione non per colpe proprio ma per un destino avverso.