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Un sacchetto di biglie è ispirato alla realtà: la storia vera

Un sacchetto di biglie è il film che si pone come adattamento cinematografico della storia di Joseph Joffo, una storia realmente accaduta. Il romanzo è quello autobiografico di Joseph Joffo, vissuto tra il 1931 e il 2018.

Il film e il libro sono ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale. La trama è drammatica, perché porta nelle sale la storia di due fratelli ebrei che sono costretti ad allontanarsi dalla famiglia a causa delle persecuzioni naziste in Francia. Ma vediamo qual è la storia vera vissuta dalla famiglia Joffo al tempo delle persecuzioni naziste a Parigi.

La vera storia della famiglia Joffo

Joseph Joffo e il fratello Maurice vivevano in un clima di serenità a Parigi. Il padre Roman era un parrucchiere e la madre una violinista. In realtà nella famiglia ci sono in totale sette figli. Joseph aveva nove anni quando nel 1940 arrivarono i tedeschi nella capitale francese.

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Era difficile a quell’età riuscire a capire veramente che cosa segnava l’inizio delle persecuzioni naziste. Ma da un momento all’altro i bambini furono obbligati a portare dei segni distintivi sulle divise che portavano a scuola, le famose stelle di David di colore giallo.

Venivano sempre emarginati dagli altri compagni. Il padre Roman a questo punto prese una decisione, quella di fare in modo che i due figli Maurice e Joseph fuggissero insieme. L’obiettivo era quello di farli andare a Nizza, una zona più libera dai nazisti.

Joseph e Maurice partirono da soli per raggiungere i fratelli Albert e Henri a Mentone.

L’arresto dei genitori

Il viaggio di Joseph e Maurice è stato piuttosto pericoloso, perché avevano superato un confine che a quei tempi era molto sorvegliato. Nel frattempo si diffondevano gli orrori nazisti e i loro genitori sono stati arrestati nella parte sud ovest del Paese e rinchiusi in un campo di concentramento ai piedi dei Pirenei.

A Nizza Joseph e Maurice cercarono di andare avanti come poterono, di andare a scuola regolarmente, pur in un clima particolarmente ostile. Fecero amicizia anche con alcuni soldati italiani, che, a differenza dei francesi e tedeschi, si comportavano in maniera diversa, perché non arrestavano gli ebrei.

Con la fine del regime fascista in Italia, nel 1943, i tedeschi si resero protagonisti di persecuzioni ancora più dure. Joseph e Maurice riescono a sfuggire alla Gestapo e si rifugiano nell’Alta Savoia.

Un sacchetto di biglie è considerato una delle migliori storie per parlare ai più piccoli del tema dell’Olocausto. Tra l’altro di questo film c’è stata anche un’altra versione che è uscita nel 1975. Anche questo si è caratterizzato come un successo a livello internazionale.

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Gianluca Rini

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