Nel corso della puntata del 23 gennaio del Grande Fratello è arrivato un momento di emozioni forti: dopo polemiche e scontri tra concorrenti, ma anche passione ed amore con le storie di Mirko con Greta e Perla, ma anche tra Giuseppe ed Anita. Il toccante momento è arrivato con la storia di Marco Maddaloni, che ha ripercorso le tappe della sua vita nel programma.
Carriera e vita privata, ma anche il rapporto con il padre Gianni, che ha lasciato sua madre. Nella casa del GF il campione di judo ha davvero fatto scendere le lacrime a tutti.
La storia di Marco Maddaloni: campione vero
“Sei un campione nello sport ma soprattutto nella vita“ ha esordito Signorini, che ha poi voluto una testimonianza su Scampia, quartiere di Marco: “Tanto amore, infatti quando sento di parlare di periferia in maniera sbagliata mi arrabbio. Li dove i cellulari non ci sono perché non ci sono i soldi per comprarli esistono le parole. Io ricordo mia madre, la solidarietà dei vicini degli zii”.
Marco ha continuato il suo racconto: “Non c’era un angolo della periferia dove io potessi fare qualcosa si sbagliato. I luoghi si devono vivere, non si deve fuggire. Noi abbiamo creato alternativa alle persone, abbiamo dato la possibilità di dare delle alternative ai bambini del posto. Noi non andiamo via dalle vele, come me ci sono tanti campioni che vengono da quella zona”.
Marco ha poi continuato il suo racconto, con la donna della sua vita, Romina: “Ci incontravamo con i soldi che avevo in tasca, non sapevo nemmeno dove stavo andando ma lei non me lo ha fatto mai pesare. Pensavo di aver perso la bussola ma con lei in verità l’ho trovata“. Poi il momento della sorpresa per il campione.
Nella casa Gianni, padre di Marco
Nella casa del Grande Fratello è entrato anche Gianni, padre di Marco: “Ho fatto tanti errori nella mia vita, ma mi sono innamorato. Non ti sono mai stato vicino, questo il mio errore più grande“. Parole che hanno fatto piangere tutti in studio. Gianni ha lanciato un messaggio bellissimo: “Non si nasce delinquenti Alfonso, le periferie si devono vivere perché ci sono persone speciali”.