Dal binario 21 della stazione centrale di Milano, Liliana Segre, quando aveva solo 13 anni, il 30 gennaio del 1944 è stata deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. Oggi la conosciamo come un’istituzione, in quanto è senatrice della Repubblica Italiana. L’unica sua “colpa” allora era quella di essere ebrea.

Insieme a lei partirono più di 600 persone, tra cui il padre Alberto, che non rivide mai più. Liliana Segre è una delle sopravvissute delle vittime dell’Olocausto, allo stesso tempo una testimone dei terribili fatti del tempo. Vediamo di saperne di più sulla vera storia di Liliana Segre, che questa sera su Rai 1 in prima serata parteciperà al programma TV Binario 21, condotto da Fabio Fazio.

L’esperienza del campo di concentramento

Liliana Segre è stata liberata a Malchow il 30 aprile del 1945. L’esperienza che traspare dal racconto che molte volte lei ha fatto sul campo di concentramento è stata drammatica. Non aveva più un nome che la identificasse, ma era definita con un numero.

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Nel campo di concentramento è stata costretta ai lavori forzati in una fabbrica di munizioni. Lei stessa in una dichiarazione molto toccante ha sempre dichiarato che quel numero (nel suo caso 75190) le è rimasto impresso nel cuore, anche se non è tatuato sulla pelle.

Ha sempre dichiarato di essere sopravvissuta per caso. Ma cerchiamo di capirne di più sulla deportazione. Infatti, dopo un anno e mezzo trascorso nel campo di concentramento, è stata liberata dai russi nel 1945 insieme ad altre 700 donne.

Fu così che ebbe la possibilità di tornare in Italia, a Milano. Inizialmente non ha voluto più parlare di questa storia. Poi, a partire dal 1990, ha cominciato a divulgare l’esperienza drammatica che ha vissuto perché così non fosse dimenticata.

È importante, infatti, secondo la senatrice, ma anche secondo molti deportati che sono sopravvissuti, continuare a tramandare queste pagine terribili della storia che ha interessato anche il nostro Paese, per mantenere viva la memoria.

L’esperienza di Liliana Segre con le leggi razziali

Liliana Segre è nata a Milano nel 1930 e quando aveva soltanto un anno la madre morì. Ha vissuto con il padre Alberto e i nonni paterni. Nel 1938, quando aveva soltanto otto anni, è stata costretta a lasciare la scuola, a causa dell’introduzione delle leggi razziali.

Erano gli anni in cui cominciarono a venire meno i diritti degli ebrei con i licenziamenti anche dalla Pubblica Amministrazione. Nel 1943 più volte Liliana ha tentato di fuggire, fino a quando lei e il padre riuscirono ad andare in Svizzera.

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