Veronica Panarello(instagram-indirettatv.it)
La parola “fine” è stata scritta attraverso tre gradi di giudizio. Per la legge, non ci sono orchi né mostri, la condanna di Veronica Panarello è diventata definitiva. La corte ha fatto il suo corso, e il verdetto finale è stato emesso, Loris Stival ha avuto la sua giustizia.
L’allarme è scattata all’una del pomeriggio quando Veronica Panarello si è presentata alla porta della stazione dei Carabinieri, disperata e in cerca di aiuto. La sua richiesta era legata alla scomparsa del figlio, il piccolo Loris Andrea Stival. Nel racconto dettagliato , aveva detto di aver accompagnato il bimbo a scuola, come faceva tutte le mattine, e lo aveva tenuto d’occhio fino al cancello della scuola. Quando è tornata a riprenderlo non c’era e nessuno lo aveva visto. Aveva 8 anni, il paesino era tranquillo c’era, la possibilità che si fosse allontanato da solo
Dopo la scomparsa di Loris, le ricerche sono scattate immediatamente, con l’intera comunità mobilitata nella speranza di trovare il bambino. Tutto inutile; alle 17 il corpo senza vita del piccolo è stato scoperto da un pensionato con l’hobby della caccia in un canalone situato non lontano dal Mulino Vecchio, che non era più in funzione da tempo. Lacrime e grida disperate, ma qualcosa non tornava agli inquirenti intenti nel tracciare un resoconto sul terribile omicidio. La macabra verità a galla poco dopo: era stata proprio la madre a compiere l’infanticidio.
Bugie, controversie, astuzia; tutto messo in campo per non addossarsi una colpa. L’azione l’ha compiuta con una freddezza e lucidità inverosimile: “Veronica è egocentrica bugiarda e manipolatrice. Il rapporto con Loris era distorto: trattava il bimbo più da amico che da figlio. È plausibile che la relazione tra Veronica e Andrea Stival sia il movente del delitto: lo dimostrano le telefonate e gli SMS che si scambiavano. Loris è stato ucciso perché lo aveva scoperto”. Sapeva della tresca tra mamma e nonno e poteva parlare, la decisione di zittirlo per sempre, Loris strangolato da chi l’ha generato.
Veronica Panarello si trovava a Catania poi trasferita a Torino dove sconta la pena; 30 anni di carcere, non ha mai dichiarato di aver ucciso il figlio e occultato il cadavere. Sta studiando per diventare una brava operatrice sanitaria
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