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Che tempo che fa, Liliana Segre: cosa ha fatto il padre e come si chiama la madre

Liliana Segre famiglia papà

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Oggi 15 ottobre ospite a Che tempo che fa c’è Liliana Segre, una donna che ha portato avanti, durante il corso della sua vita, la testimonianza di una incredibile esperienza che l’ha vista protagonista: la deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz.

Chi è il padre di Liliana Segre

Il papà di Liliana si chiama Alberto Segre ed è di origini milanesi. La famiglia era ebraica non praticante. Ha fatto studi classici, frequentando il liceo “A. Manzoni” di Milano. Partecipò alla Prima guerra mondiale e nonostante la grande difficoltà di essere al fronte, è riuscito a conseguire il diploma.

Dopo il diploma si è laureato alla Bocconi di Milano in scienze economiche e commerciali. Si sposò nel 1929 con Lucia Foligno, la mamma di Liliana, che il caso volle morisse quando la figlia aveva appena un anno.

Il credo politico di Alberto Segre

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Il papà di Liliana è stato un convinto antifascista. La sua dimensione personale è cambiata in modo netto quando iniziarono, in Italia, le persecuzioni dettate dalle leggi razziali del 1938.

Per salvare se stesso, sua figlia e la sua famiglia decise di trasferirsi a Inverigo. Il 10 settembre 1943, nel giorno del compleanno di Liliana, ebbe un invito che ha cambiato il corso della sua vita e di Liliana.

Un suo amico carissimo Giorgio Pontremoli, fratello di Aldo Pontremoli, lo invitò ad andare via dall’Italia, in Svizzera. Inizialmente l’uomo era titubante. Non voleva partire per non lasciare la sua famiglia. Poi cambiò idea e nel tentativo di fuga venne arrestato.

Dopo un periodo presso il carcere di San Vittore venne deportato da Milano il 30 gennaio 1944. Salì, insieme alla figlia, sul tremo per il campo di concentramento di Auschwitz. Arrivato sul luogo della tortura venne separato dalla figlia. L’uomo si lasciò morire il seguente 27 aprile, dopo quattro mesi di agonia e sofferenza.

A sopravvivere la figlia Liliana, fortunata per aver fatto ritorno a casa. La donna ha vissuto un incubo. E dalla fine degli anni 90 del secolo scorso si è impegnata a mantenere fermo il ricordo di quello che ha vissuto. Venne poi nominata senatrice a vita il 19 gennaio 2018.

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