Fra gli ospiti di Che Tempo Che Fa il regista Mario Martone che ha realizzato “Laggiù qualcuno mi ama” un documentario su Massimo Troisi. Un modo per omaggiare il grande attore scomparso che il 19 febbraio avrebbe compiuto 70 anni.
Mario Martone e il suo “Laggiù qualcuno mi ama” su Massimo Troisi
Se una malattia al cuore non se lo fosse portato via nel 1994 il prossimo 19 febbraio Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni. Per omaggiare il grande attore napoletano il regista Mario Martone ha diretto “Laggiù qualcuno mi ama“. Si tratta di un documentario composto da pezzi inediti e interventi dei tanti amici di Troisi attraverso i quali il pubblico può avere l’ennesima dimostrazione del suo genio.
Martone è riuscito con il suo lavoro a raccontare l’intera parabola artistica del regista e attore napoletano a partire dai suoi primi passi. All’interno del documentario ci sono inoltre i racconti di tanti artisti che, pur non avendo conosciuto Troisi e senza quindi averci lavorato, sono stati però influenzati dal suo estro. Fra questi Ficarra e Picone, Paolo Sorrentino e Francesco Piccolo. Per questo film Martone si è avvalso della preziosa collaborazione di Anna Pavignano, che del genio partenopea è stata compagna sia nel privato che da un punto di vista professionale.
La scomparsa dell’attore napoletano
Massimo Troisi è mancato il 4 giugno del 1994, a soli 41 anni, mentre era impegnato alla lavorazione del suo ultimo film capolavoro “Il Postino“. A strapparlo alle scene e all’affetto del pubblico una malattia cardiaca che si portava dietro fin da ragazzo. Aveva infatti appena 23 anni quando si sottopose al primo intervento alla valvola mitralica in un ospedale di Houston. Mentre lavorava al film che gli valse l’Oscar postumo Troisi scoprì di aver bisogno di sottoporsi ad un trapianto di cuore. Il regista napoletano però, come ha dichiarato Nathalie Caldonazzo all’epoca sua compagna, voleva prima portare a termine il film.
A quanto pare Troisi, ha rivelato la showgirl, desiderava che fosse il suo cuore ad essere dietro e davanti alla macchina da presa per “Il Postino“. La scelta di aspettare però gli risultò fatale probabilmente ad aggravare le sue condizioni anche una terribile depressione che non lo lasciava libero. Finite le riprese, dopo appena 12 ore, Massimo per riposarsi aveva deciso di andare a trovare la sorella nella sua casa di Lido d’Ostia. Fu proprio lì che purtroppo l’attore simbolo ed erede della napoletanità in scena morì a causa di un arresto cardiaco che lo portò via nel sonno.