Questa sera 5 Luglio 2023 va in onda l’ultima puntata stagionale di Chi l’ha visto?, il programma condotto da Federica Sciarelli che rende un servizio pubblico importante. Dà Voce alle persone scomparse e si occupa di casi di cronaca nera complessi. Questa sera dà spazio a Salvatore Parolisi.

L’intervista a Salvatore Parolisi

Parolisi torna a parlare dopo un periodo molto lungo. Si tratta dell’ex militare, l’uomo condannato in via definitiva per l’omicidio della moglie, Melania Rea, uccisa nel 2011.

Salvatore ha scontato 12 di 20 anni di carcere e gode di permessi giornalieri e può lasciare ripetutamente la struttura carceraria dove è recluso.

Che cosa ha detto Parolisi?

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Parolisi spiega che Melania ha scoperto il suo tradimento con Ludovica. A quel punto  dice che Ludovica l’ha iniziato a pressare. Salvatore Parolisi dice che poi alle richieste di Ludovica aveva risposto in modo incerto, facendole credere che avrebbe divorziato da Melania e che l’avrebbe poi tradita.

Parolisi racconta poi che, dal primo giorno che l’hanno arrestato, non ha mai più sentito Ludovica. Poi arrivano le durissime accuse verso Chi l’ha visto?, dice che il programma l’ha usato, parlando delle prove e denunciando cose, che durante il processo, a suo dire, non sono state valutate in modo corretto. Ovviamente, ricordiamo che il procedimento penale si è concluso in modo definitivo con una condanna a suo carico.

L’avvocato di Salvatore Parolisi

Parolisi sta facendo un percorso di rieducazione e di reinserimento sociale. L’avvocato spiega che può accedere ai permessi premi e può anticipare la fine della pena iniziando a lavorare al di fuori della struttura penitenziaria. Secondo l’avvocato la fine della pena può arrivare tra il 2028 e il 2029.

Michele Rea in collegamento

Michele, in collegamento al telefono, spiega una grande sofferenza. Non crede nella rieducazione di Parolisi e si dice davvero molto rammaricato per il sistema giudiziario italiano che consente la liberazione di chi sia stato accusato della morte della sorella. A questo punto la Sciarelli interviene ricordando che viviamo in un sistema di diritto di civiltà giuridica fondato sulla rieducazione della pena.

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