Genovese di nascita, laureato in Legge, Enzo Tortora è diventato un volto familiare in Italia grazie al suo lavoro in televisione. Noto per aver presentato uno dei programmi di successo, “Portobello”, fu coinvolto in un caso giudiziario per le accuse di un testimone chiave nelle associazioni a delinquere.

La carriera televisiva

“Portobello” è stato uno dei programmi televisivi di maggior successo in Italia negli anni ’70 e ’80. L’ideatore principale fu Enzo Tortora, che lavorò a questo progetto insieme a sua sorella Anna e ad Angelo Citterio. Il format andò in onda per ben 6 anni con al seguito un pubblico straordinario. Grande innovatore, serio, talentuoso, aveva stretto collaborazione con grandi nomi del mondo della divulgazione quali Piero Angela e Enzo Biagi. I due luminari gli saranno accanto nel terribile incubo che lo perseguitò per molti anni.

Il caso Tortora

Tortora è stato accusato di traffico di stupefacenti e associazione a delinquere, incriminazioni che si sono dimostrate del tutto prive di fondamento. Condannato per false accuse, ha trascorso sette mesi in carcere, subendo umiliazioni e sofferenze indicibili. Il mantra quotidiano sarà uno e il solo: “Sono innocente”. La cruda realtà, sul bravissimo e compianto presentatore, era di un uomo ingiustamente messo alla gogna. La sua liberazione avvenne solamente nel gennaio del 1984.Un periodo che lo vide debilitare molto la sua fibra ma senza mollare mai. Un’agonia per la sua identità messa a dura prova dal drammatico caso di accusa.

La malattia e la fine

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Un anno dopo aver dimostrato la sua innocenza nei tribunali, Enzo Tortora scomparve. La causa di morte è stata un tumore ai polmoni. La sua malattia ha progredito in modo drammaticamente rapido, la collera e l’ingiustizia subita, di certo, lo avevano portato al collasso interiore. Sebbene la sofferenza, il conduttore ha lottato strenuamente contro questa terribile malattia, con il sostegno amorevole dei suoi familiari che erano al suo fianco nel momento difficile. Nel 1988, appena un mese prima della sua morte il 18 maggio, a soli 59 anni, aveva convocato una conferenza stampa nella sua casa di Milano. Con parole chiare, annunciava di essere gravemente ammalato. Il cancro lo aveva devastato e non c’era più nulla da fare, le cure non rispondevano più. Il discorso, sempre pacato, lasciò basiti i presenti e il volto storico della tv di stato, accettò il destino con una dignità morale esemplare.

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