Stasera va in onda Faking It – Bugie o Verità? Su Canale 9. A condurlo troviamo Pino Rinaldi che in questa nuova esperienza televisiva lo troviamo accompagnato da tre esperti settoriali.
Ci sono la profiler Margherita Carlini, psicoterapeuta e criminologa forense, il “listener” Felix B. Lecce, esperto in comunicazione forense, e il “watcher” Diego Ingrassia, esperto in analisi emotivo-comportamentale.
Questa sera in puntata si analizza il Caso di Sara Scazzi
Sarah Scazzi è morta a causa di omicidio il 26 agosto 2010 ad Avetrana in provincia di Taranto. La vicenda ha avuto un grande rilievo mediatico in Italia. Il tragico ritrovamente del cadavere della vittima è avvenuto in diretta sul programma Rai Chi l’ha visto? Una puntata davvero intensa perché era ospite, in collegamento, la madre di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo.
Il 21 febbraio 2017 la Corte suprema di cassazione ha definitivamente riconosciuto colpevoli e condannato all’ergastolo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione Sabrina Misseri e Cosima Serrano (figlia e madre).
Le due erano legate a Sara Scazzi. Erano rispettivamente cugina e zia della vittima, confermando la condanna già inflitta in primo grado e in appello dalla Corte d’assise di Taranto.
Non solo, Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, è stato condannato alla pena di 8 anni di reclusione. La condanna è stata inflitta per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove (il furto del cellulare di Sarah).
Poi, Carmine Misseri, fratello di Michele, è stato condannato in via definitiva a 4 anni e 11 mesi di reclusione per concorso in occultamento di cadavere. Confermata, infine, dalla Cassazione la condanna a un anno e quattro mesi per favoreggiamento personale per Vito Russo Jr., ex legale di Sabrina, e Giuseppe Nigro.
Faking It – Bugie o Verità?
Pino Rinaldi insieme agli esperti Margherita Carlini, psicoterapeuta e criminologa forense, il “listener” Felix B. Lecce, esperto in comunicazione forense, e il “watcher” Diego Ingrassia, esperto in analisi emotivo-comportamentale, vuole cercare di fare chiarezza ricostruendo le dinamiche.
La Cassazione nelle motivazioni della sentenza sostiene che il delitto doveva ascriversi a due persone: Sabrina Misseri e Cosima Serrano. L’omicidio era stato consumato mediante strangolamento, attraverso una una “cintura”.
Sul corpo della vittima non sono stati rinvenuti segni di lotta o legati al tentativo di allentamento della cintura stretta al collo, come reazione istintiva al soffocamento che si stava compiendo, segno, scrivono i giudici della Corte, che lo strangolamento non poteva essere quindi opera di un unico soggetto. Le uniche due persone presenti in casa, rileva la Cassazione, erano proprio Sabrina Misseri e Cosima Serrano.