Pino Rinaldi stasera conduce Faking It – Bugie o Verità? su Canale 9. In questa nuova esperienza televisiva lo troviamo accompagnato da tre esperti settoriali. Ci sono la profiler Margherita Carlini, psicoterapeuta e criminologa forense, il “listener” Felix B. Lecce, esperto in comunicazione forense, e il “watcher” Diego Ingrassia, esperto in analisi emotivo-comportamentale.
Stasera a Faking It – Bugie o Verità? Il delitto di Giulia Ballestri
Il caso risale al 16 settembre del 2016, quando Giulia è uscita per l’ultima volta di casa con il marito Matteo Cagnoni. I due, che vivevano da separati in casa in attesa della formalizzazione del divorzio, hanno deciso di andare nella villa disabitata dei nonni. In questa villa avrebbero dovuto valutare insieme alcuni quadri, Il ‘Narciso’, in particolare, da rivendere per la divisione dei beni.
È lì che quella stessa mattina Cagnoni, secondo le ricostruzioni della magistratura, ha aggredito la moglie con uno dei pezzi di legna tagliati dal giardino e conservati in casa.
Cosa ha fatto Cagnoni dopo?
Dopo il delitto Cagnoni si è ricomposto ed è ritornato a fare tutte le cose che aveva in programma. In particolare, è andato a prelevare i figli per portarli nella casa del padre a Firenze. In quel momento ha lasciando detto alla domestica che da allora avrebbe dovuto fare riferimento a lui e non a Giulia.
Rintracciato quando il corpo di Giulia è stato ritrovato, due giorni dopo, Cagnoni ha tentato la fuga. Ma ha tentato di dare una logica spiegazione a ciò che è avvenuto (diventata la sua strategia al processo). Ad uccidere Giulia sarebbe stato un ladro entrato nella villa per rubare.
L’autopsia di Giulia
Stando a quanto ricostruito in sede processuale, la vittima, 42 anni, madre di due figli, era seduta in poltrona intenta a osservare quadri accatastati nella villa disabitata, quando Matteo Cagnoni l’ha colpita con estrema violenza con un bastone. L’uomo credeva che fosse morta e per questo l’ha trascinata per i piedi facendole sbattere la testa gradino dopo gradino.
Ecco alcuni passi della sentenza: “L’itinerario della dinamica delittuosa ipotizzava che Giulia fosse stata dapprima colpita con un tronco di legno rinvenuto nella monocamera al primo piano della villa.
Una volta attinta al capo da un imprecisato numero di bastonate, tali da proiettare sui dipinti e sulla balaustra le macchie di sangue, sarebbe stata poi trascinata lungo la grande scala in legno, in salone, poi in corridoio e poi da lì lungo la rampa in discesa fino allo scantinato dove, dopo essersi alzata in piedi, è stata scagliata due volte contro lo spigolo del muro”.