Stasera il monologo di Francesca Fagnani a Sanremo 2023 cambia tutte le carte in tavola. La giornalista ha scelto di non parlare di se stessa ma di “far parlare loro”, i ragazzi del carcere di Nisida. Parole nude e crude che fanno riflettere su una questione che è troppo spesso dimenticata.

Francesca Fagnani e il carcere degli adulti

Quando ho intervistato adulti in carcere per reati gravissimi ho chiesto loro cosa cambieresti nella tua vita? Quasi tutti mi hanno dato la stessa risposta: sarei andato a scuola. Perché sennò da quel quartiere in quel palazzo o da quella famiglia è solo tra i banchi di scuola che puoi intravedere la possibilità di una vita alternativa a quella già scritta per te da altri

Lo stato non può esistere nelle aree più fragili del paese solo attraverso la fondamentale attività di repressione delle forze di polizia. Lo stato dovrebbe combattere la dispersione scolastica e la povertà educativa. Dovrebbe garantire pari opportunità almeno ai più giovani

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Per una questione di democrazia di uguaglianza su cui si fonda la nostra Repubblica. Lo stato dovrebbe essere più attraente più sexy dell’illegalità. Avete dei sogni? mi piacerebbe andare a uomini e donne perché perché lì dottorè fanno acchiappanza. Altri sogni? Io mi pensavo che la felicità si comprava ora che sei qui nel carcere minorile è tardi hai fallito tu

E abbiamo fallito tutti ma il tuo destino non è irreversibile. Se quando esci da qui trovi un lavoro rispetti la legge e superi i pregiudizi. Ma se invece non c’è la fai e torni in carcere è quello vero in quello degli adulti e allora sì lì è davvero finita

Perché in Italia salvo qualche bella eccezione la prigione serve solo a punire il colpevole. Non serve ad educare né tantomeno a reinserire nella società. Chi entra il giorno lo passa sul materasso sporco senza far nulla. In una cella dove dovreste essere in tre e invece siete in 5, dove si cucina nello stesso lavandino dove poi ci si lava i denti proprio sopra il water

Lo dico perché l’ho visto. Un autorevole magistrato al quale dobbiamo essere grati per le inchieste importantissime che coordina, questo in un’occasione pubblica ha detto sono contrario ad uno schiaffo in carcere, ad uno schiaffo in caserma. Il detenuto non deve essere toccato nemmeno con un dito sapete perché? Per questi motivi ma soprattutto perché non deve passare per vittima

Un detenuto non va picchiato per la ragione che dice lei. Cioè per non consentirgli di fare la vittima, non va picchiato perché lo stato non può applicare le leggi della sopraffazione e della violenza, che appartengono alle persone che lei giustamente arresta

Se non faremo in modo che chi esce dal carcere sia migliore di come è entrato sarà un fallimento per tutti. E se non ci arriviamo per civiltà per l’umanità per rispetto dell’articolo 27 della costituzione arriviamoci per egoismo. Conviene a tutti che quel rapinatore e quello spacciatore una volta fuori cambino mestiere grazie“.

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