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Festival Sanremo 2023, Francesca Fagnani: “dottoré rubare non è il mio mestiere”

Francesca Fagnani, il monologo a Sanremo

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Francesca Fagnani a Sanremo 2023 ha scelto di non parlare di se stessa ma di “far parlare loro”, i ragazzi del carcere di Nisida, l’istituto penitenziario della Campania.

Il monologo di Francesca Fagnani su Nisida

Non tutte le parole sono uguali quindi non tutte arrivano anche con facilità. Ci sono parole che per arrivare sul palco di Sanremo devono abbattere muri, pareti, grate e cancelli chiusi a tripla mandata, raccolte dentro al carcere minorile di Nisida.

Parole scritte insieme ai ragazzi che stanno scontando la loro pena lì e altrove. Ma senza cercare la nostra pena perché della nostra pena non se ne fanno niente. Cosa vorreste dire cosa vi piacerebbe chiedere davanti ad una platea così importante? Dottorè allora scrivi intanto 2 o 3 biliardini da Sanremo. E poi devi dire ad Amadeus che si facesse meno lampade

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Ma no quello è Carlo Conti e poi dottorè devi dire che rubare non è il mestiere mio io l’ho fatto una volta e guarda dove sono finito. E a cosa ti servivano quei soldi? per fare il brillante dottorè, e tu invece quando scendevi per una rissa con il coltello in tasca che cercavi

Era come a dire guardatemi voglio esistere anche io, non avevi paura mentre facevi una rapina, sono cresciuto nervoso arrabbiato, chi fa le cose per rabbia non ha paura. Non avevi paura di morire e tanto prima o poi moriamo. Vogliamo che la gente sappia che non siamo animali non siamo bestie non siamo killer per sempre. Vogliamo che ci conoscano!!!

Quand’è l’ultima volta che hai pianto pensavo io e da quanto che non vedi i tuoi familiari? comunque adesso dopo tre anni ho visto mio padre e mi sono messo a piangere. E allora lo vedi che questi piangono. Hanno picchiato hanno rapinato hanno ucciso. Alla domanda perché l’hai fatto però non trovano la risposta

Risposta che vorrebbero avere che cercano che abbozzano ma la risposta non esce. Perché è inutile cercarla così lo sanno bisogna andare al giorno prima alla settimana prima al mese prima alla vita prima. Hanno 15 anni e gli occhi pieni di rabbia occhi pieni di vuoto. Hanno 18 anni e lo sguardo è perso oppure sfidante hanno occhi che chiedono aiuto senza sapere quale aiuto

Senza sapere a chi chiedere aiuto. La scuola l’hanno abbandonata ma nessuno li ha mai cercati. Non li ha cercati la preside ma neppure gli assistenti sociali che o non ci sono o sono troppo pochi per certe periferie. E le madri i padri quelli che c’erano non c’è l’hanno fatta“.

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