Le prime parole di Enzo Tortora, al suo ritorno in televisione alla conduzione del celebre programma “Portobello”, sono state: “Dove eravamo rimasti?”. La frase segna il suo rientro dopo essere stato assolto dalle false accuse di collusione con la camorra, basate sulle dichiarazioni di un pentito.
Enzo Tortora di nuovo in televisione
Di nuovo alle redini della trasmissione che lo aveva reso popolare, si accendono i riflettori su Portobello. Milioni di persone, per curiosità, per apprezzamento, sono incollati al piccolo schermo per guardare e giudicare. Il volto di Enzo Tortora non trasmette più la serenità di un tempo; appare come una maschera di dolore. Il periodo difficile ha lasciato profonde cicatrici, non solo sulla sua carriera, ma anche sul suo corpo e sulla sua vita. Le prime parole parlano di dolore e di commozione, di un uomo perbene dato in pasto alla stampa e alle persone senza scrupoli. Tanto di quel tempo, in cui il celebre professionista della Rai, ha dovuto difendere a spada tratta la sua rettitudine scompigliata a causa di un testimone della giustizia. Farà il suo rientro in punta di piedi, debole ma non si riscatterà dal successo ottenuto prima della catastrofe giudiziaria.
Innovazione nel nuovo programma “Giallo”
Il 13 novembre 1987 è una data storica per la genetica forense in Italia, tutto inizia con una trasmissione televisiva. In quel giorno, su Rai 2, il popolare conduttore Enzo Tortora, era stato designato per la conduzione del programma di approfondimento “Giallo” poco dopo essere stato assolto in via definitiva. La puntata aveva come tema centrale l’omicidio di una giovane ragazza di 21 anni. Il conduttore genovese, dopo aver esposto il caso, introdusse per la prima volta il concetto di DNA, ossia di impronta genetica, spiegandone in modo sommario la sua importanza.
L’intuizione del popolare conduttore
Durante la diretta, Tortora avanzò una proposta rivoluzionaria: perché non provare a utilizzare la ricerca dell’impronta genetica per individuare l’assassino della giovane? L’idea catturò l’interesse e la curiosità del pubblico, e ciò portò all’avvio di una scrupolosa indagine per effettuare campioni di DNA e confrontarli con quelli della vittima. Anche se gli esiti iniziali furono negativi, l’iniziativa di Enzo Tortora gettò le basi per lo sviluppo dell’analisi del DNA nelle indagini criminali in Italia, un progresso oggi indelebile nella genetica forense