Site icon InDirettaTV

La morte di Trifone e Teresa: i punti oscuri dell’omicidio di Giosué Ruotolo

Caso Ruotolo vittime

Instagram

Questa sera 7 ottobre 2023 su Nove va in onda una nuova puntata di “Faking It – Bugie o verità?”, con Pino Rinaldi e tre esperti del settore che analizzano i più famosi casi di cronaca italiana. Questa sera si occupano del caso di Giosuè e gli esperti riveleranno quali sono i punti non chiari del caso

Il caso di Giosuè

Giosuè Ruotolo, secondo la ricostruzione della magistratura, avrebbe ucciso due persone. Teresa Costanza e Trifone Ragone. Il ragazzo era un militare di 28 anni originario di Adelfia (Bari), la ragazza, invece, era un’ assicuratrice milanese 30enne di origini siciliane.

I due sono stata ammazzati il 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone. I ragazzi erano fidanzati e stavano tornando a casa, dopo che Trifone aveva finito la seduta di allenamento.

Il movente: perché ha ucciso

Ti potrebbe interessareFaking It – Bugie o Verità? Il delitto di Giulia Ballestri

Nell’analisi del caso, immediatamente si è andato alla ricerca del movente. Analizzando i dati è venuto fuori che Ruotolo avrebbe eliminato Teresa e Trifone perché temeva che Ragone lo denunciasse.

Lui aveva inviato a Teresa una serie di messaggi attraverso un profilo Facebook anonimo chiamato “Anonimo Anonimo”. I messaggi analizzati dalle autorità competenti e poi resi pubblici contenevano messaggi che denotavano un certo disagio in chi scriveva.

Nei messaggi era scritto, ad esempio, “Sono l’amante di Trifone. E tu, Teresa, sei una cornuta”. Oppure anche “Ciao. Volevo dirti che il tuo ragazzo si vede ancora con me. Io sto con lui perché mi piace molto, ti volevo solo avvisare. Tu sei una bella ragazza ma sono più bella io”.

La scoperta dei messaggi

Una volta che Trifone scopre che Ruotolo inviava quei messaggi decide di minacciare l’ex commilitone, ma non una minaccia di lesione o di morte. Avrebbe solo voluto denunciarlo alle autorità competenti. Sentita la cosa, Ruotolo, secondo i giudici, avrebbe deciso di ucciderli per evitare di essere denunciato in modo che la sua vita e la sua carriera nel corpo dell’esercito non venisse intaccata dall’episodio.

La sentenza della Corte di Assise d’Appello

La corte ha precisato che l’omicidio non è stato d’impeto. Si tratta di un qualcosa che l’uomo aveva “premeditato, accuratamente studiato nei dettagli”

Leggi tutte le notizie su Varietà
Exit mobile version