Secondo l’idea di Mara Venier il popolare conduttore Alberto Matano sarebbe il suo degno erede. Il bravissimo giornalista ha un aplomb indiscutibile, piace moltissimo al pubblico da casa per la sua serietà e compostezza. Anche l’occhio vuole la sua parte e c’è da ammettere che è anche un bel vedere. Al timone di La Vita in Diretta, ha trovato la sua giusta collocazione. Mai banale riesce ad adattarsi a qualsiasi fatto di cronaca nei suoi vari colori.
Il caso della piccola morta di stenti
La trasmissione inizia dando spazio al caso di Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato la figlioletta di pochi mesi sola in casa per 6 giorni. E’ un dramma dei più atroci, un caso di cronaca che ha suscitato indignazione tra il pubblico da casa. La donna ha 37 anni, raccontava di essere una psicologa infantile, una vita da bugiarda e dava un’immagine di sè totalmente diversa. Davanti al giudice non mostra minimante la sofferenza, sguardo vuoto e assente. Appare statica con un trucco pesante.
“Non sapevo di essere incinta avevo dolore al basso ventre pensavo fosse il nervo sciatico. Il giorno dopo è nata la bambina nel bagno di casa”.
Parla lo psichiatra
Durante l’udienza sul caso della morte della piccola Diana, lo psichiatra Marco Garbarini, consulente della difesa, ha presentato i risultati della perizia eseguita in carcere su Alessia Pifferi. Secondo il medico, l’imputata soffre di un disturbo dello sviluppo intellettivo di grado moderato. Il disturbo può avere varie cause, sia genetiche che fisiche, oltre a influenze ambientali, e può avere un impatto su molteplici funzioni psichiche, compresa quella affettiva.
Il medico ha inoltre spiegato che Alessia Pifferi ha difficoltà nel riconoscere le esperienze e i sentimenti degli altri, compresa la sofferenza di sua figlia. Questa informazione potrebbe influenzare il processo e le decisioni prese dalla corte, considerando la condizione psicologica dell’imputata.
Il parere della criminologa Bruzzone
Alessia Pifferi ha da sempre una vita deficitaria, caratterizzata da una mancanza di amicizie e da un comportamento che la Bruzzone considera irresponsabile. È particolarmente preoccupante il fatto che non ci siano referti medici che documentino la sua condizione.
Alessia non è mai stata designata dai servizi sociali. La Bruzzone è allibita anche dal fatto che la famiglia di origine non abbia notato o affrontato il suo comportamento problematico, suggerendo una possibile mancanza di supporto familiare. Tutti elementi rilevanti nel contesto del processo legale e dell’analisi della situazione di Alessia.
Un finto battesimo
La carnefice dichiara di avere inscenato un finto battesimo per racimolare i soldi dei regali per fare un regalo al suo compagno. Il desiderio del suo uomo era quello di fare un giro in limousine. Faceva tutto per lui, anche lasciare la piccola per giorni.