Nella puntata di giovedì 25 maggio a La Vita in diretta su Rai 1 si parla della svolta nelle indagini sulla morte di Anica Panfile. La 31enne, trovata morta domenica scorsa nel Piave, stando all’autopsia, non si sarebbe suicidata. Dai rilievi autoptici sono emersi traumi alla testa provocati da un corpo contundente. Si apre l’ipotesi di omicidio della giovane mamma.

La storica trasmissione pomeridiana condotta da Alberto Matano getta nuova luce sul cadavere rinvenuto da un pescatore domenica scorsa a Spresiano. In studio anche Roberta Bruzzone, psicologa forense, criminologa investigativa ed esperta in Criminalistica applicata all’analisi della scena del crimine che afferma: “Temo che purtroppo abbia accettato un passaggio d’auto fatale“.

La Vita in diretta, morte Anica Panfile: l’autopsia cambia tutto, è ipotesi d’omicidio

Anica Panfile, è la giovane donna rinvenuta morta da un pescatore domenica 21 maggio a Spresiano, Treviso, sotto un viadotto sul Piave: la nuova ipotesi è che Anica potrebbe essere stata uccisa.

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Stando a quanto emerso dall’autopsia eseguita ieri dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli, la giovane Anica, scomparsa il 18 maggio dopo il turno di lavoro ad Arcade, potrebbe essere rimasta vittima di un omicidio.

I rilievi medico legali hanno evidenziato che sulla testa della vittima sono stati rinvenuti traumi multipli riconducibili a ferite da corpo contundente. Anica Panfile, dunque, non è morta per suicidio e nemmeno per annegamento accidentale, infatti non c’era acqua nei suoi polmoni. L’ipotesi che prende corpo dopo i risultati dell’autopsia è dunque quella dell’omicidio e non del suicidio come in un primo momento sospettato dagli inquirenti.

Purtroppo la giovane già in passato aveva avuto momenti di fragilità che l’avevano indotta ad allontanarsi da casa senza che nessuno lo sapesse. Questi episodi avevano coinciso, anche, con la manifestazione di intenti suicidi. Purtroppo la giovane Anica, madre di quattro figli, tra cui una bimba di tre anni, non era mai stata in cura presso nessuna struttura psichiatrica e nemmeno aveva mai seguito percorsi psicologici.

Cosa è successo ad Anica Panfile?

Giovedì 18 maggio, come di consueto, Anica era andata a lavorare nel comune di Arcade. Dopo il lavoro, non è più tornata a casa. Nel primo pomeriggio il compagno, non vedendola tornare, ha aspettato qualche ora, telefonandole ma invano. Preoccupato si è quindi rivolto al comando dei carabinieri per denunciarne la scomparsa. La giovane al lavoro era giunta con i mezzi pubblici, ma ora resta da capire come sia arrivata nel luogo in cui è stata ritrovata cadavere. Il cellulare aveva agganciato una cella a Spresiano e poi il nulla più.

La giovane mamma viveva a Treviso insieme al compagno di 58 anni, padre della figlia più piccola di Anica. In queste ore il pubblico ministero Valeria Peruzzo potrebbe dunque cambiare il titolo del fascicolo, aperto prima senza reato né indagati, in omicidio volontario. Sul caso le ombre e i misteri al momento sono molti.

I parenti della vittima sono sconvolti, e affermano: “Vogliamo la verità e non ci fermeremo pur di trovare il responsabile di questo orribile atto. I carabinieri devono controllare le telecamere tra Arcade e Spresiano e quello che è successo verrà fuori” affermano disperati.

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