La Volta Buona si sofferma ancora una volta sul fatto tragico che sta imperando in questi giorni. Il femminicidio più assurdo ad opera di colui che si riteneva innamorato
Non è più patriarcato
La disperazione del papà e della sorella, la madre scomparsa qualche anno fa, Giulia morta per mano del fidanzato che insisteva a dichiararle il suo amore. Caterina ne parla con la psicologa Maria Teresa Parsi e Catena Fiorello la quale asserisce che sul caso tragico della ragazza:” Non è più patriarcato ma è diventato possesso. E’ una questione di educazione? Ma anche di privazione, i segnali d’allarme sono tanti. E’ come un virus che si è trasformato che si adatta al tempo.”
Il consenso di Filippo Turetta per il rimpatrio
L’inviato in Germania dice che il tribunale tedesco allungherà i tempi perché ci vorranno almeno 10 giorni. Il tutto è stato facilitato dal fatto che Filippo Turetta ha acconsentito al suo ritorno in patria. A suo carico ci sono altre accuse dopo il ritrovamento del cadavere della ragazza. Sembra inverosimile ma l’omicida che sta trascorrendo i giorni già in carcere, deve dare il suo sì per essere riammesso in Italia. Se Filippo si rifiuta, la sentenza della Sassonia non può andare contro la sua volontà e passerà ancora del tempo.
L’omicidio agguato
Giulia e Filippo erano innamorati ma la ragazza ad un certo punto è venuta meno al suo amore per lui, non era più sicura. Turetta la voleva ad ogni costo e non le dava respiro, all’anticamera della laurea, il terribile agguato. Filippo invita la 22enne a mangiare un panino insieme ma era uscito di casa con un pugnale e dei sacchi di plastica. Era già nella sua testa la possibilità di ucciderla? Lo ha fatto accoltellandola per ben 20 volte senza pietà. Una volta caricata in macchina il corpo senza vita, l’ha gettata ai bordi del lago della cittadina dove entrambi vivevano.
Le lacrime di Caterina Balivo
La conduttrice non resiste alla sofferenza del momento e il suo viso è rigato di lacrime. Commenta così quest’attimo così sentito: “Esco dal ruolo di conduttrice e entro in quella di genitore in quanto madre di due ragazzini. Mi sono venute le lacrime agli occhi perché ho paura di creare i miei figli aggressivi. La cosa che mi angoscia è che l’amore che dono ai miei figli mi preoccupa. Essere genitori è difficile e mi chiedo se sto sbagliando. I due ragazzi facevano parte di due famiglie normali, andavano all’università, studiavano allora non è questione di ceto.” Il suo essere madre le instilla dei dubbi a cui spera di porre rimedio.