Anche La Volta Buona dà largo spazio ai protagonisti della cronaca nera. Oggi tris della bella Sicilia con la partecipazione di Salvo Sottile. Il noto giornalista è approdato in Rai dove primeggia nel rotocalco del mezzogiorno. Buone nuove raccontate nello studio di Caterina Balivo.
Una partenza in punta di piedi verso la tv
Figlio del capocronista del quotidiano Giornale di Sicilia, Giuseppe Sottile, ha mosso i primi passi con i media all’età di 16 anni. Durante un vasto lasso di tempo, ha iniziato a contribuire con servizi e immagini sulla cronaca siciliana per Canale 5. Il suo talento emergeva piano piano attirando la curiosità sul suo modo di fare comunicazione.
Nel 1992, è stato notato da Enrico Mentana e ha iniziato a lavorare per Fininvest come “informatore” dalla Sicilia. Successivamente, ha assunto il ruolo di corrispondente da Palermo per Tg5 e successivamente anche per Rai, contribuendo a Tg1 e Tg3. Questa esperienza si è rivelata fondamentale in quanto ha coinciso con gli anni della lotta alla mafia e gli attentati contro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La sua carriera giornalistica è stata, quindi, strettamente legata a eventi di grande rilevanza storica e sociale in Sicilia.
La svolta con la Rai
Oggi lavora a tempo pieno con la Rai e tra non molto Salvo partirà con un nuovo programma. Far West. Intanto è da Caterina rivestendo i panni che gli sono più consoni, quello di giornalista di cronaca nera. Giulia Cecchettin è la ragazza uccisa barbaramente dal fidanzato che si è sempre dichiarato innamoratissimo di lei.
Caterina manda alcuni video dove, a parlare, sono le amicizie di Giulia che dichiarano l’incongruenza di Filippo nei confronti della fidanzata. Era ossessionato da lei e voleva essere informato minimamente sui suoi spostamenti. La ragazza è andata all’ultimo appuntamento e Turetta le ha teso un agguato: accoltellata 20 volte e trasportata in un luogo remoto rinchiusa in un sacco. Una scoperta atroce per la famiglia e la cittadinanza.
La volontà di uccidere
Salvo Sottile è molto preoccupato dal caso e afferma che il ragazzo era uscito di casa armato. Nella sua testa già aveva ben in mente cosa voleva fare: “E’ una vera emergenza, il femminicidio ha bisogno di leggi urgenti. Bisogna colpire alla fonte questo atteggiamento crudele. Forse è meglio ragionare su questa storia invece che dare tanti macabri dettagli. Purtroppo “il bravo ragazzo” tanto descritto non lo era. Filippo in realtà è il contrario”. Il giornalista considera le famiglie e la scuola parte integrante di una educazione basilare nel rispetto reciproco tra uomini e donne.