A La Volta Buona si ricorda la giornata della violenza sulle donne, protagonista la signora Stefania Berti. La vittima ha deciso di denunciare il marito per via delle violenze domestiche che ha subito in 35 anni. A 16 anni lo ha conosciuto; lui aveva appena finito il militare ed era un gran lavoratore e soprattutto aveva tanto carisma. Da qui tutto ebbe inizio.

La convivenza da giovani

La convivenza a casa perché la famiglia di lui mal digeriva la presenza dell’allora ragazza. Piano piano con la scusa di volerla proteggere, il fidanzato fa in modo che si allontana dalle sue amicizie. Erano i primi segnali di una forte manipolazione. Proseguiva con il fatto di comandare su tutto. Negli anni ottanta rimane incinta e quindi avviano le pratiche per il matrimonio con il bene placido degli assistenti sociali. Le nozze festeggiate con la presenza di tutti i parenti. Apparentemente era una famiglia normale con l’aggiunta di un altro figlio.

La prima violenza

Chiusa la porta di casa diventava un mostro. La prima violenza è successa quando la cognata partorì il primo figlio e andò senza chiedergli il permesso. Brutale, con una ferocia indescrivibile per il fatto di aver lasciato la bambina con il fratello, da lì iniziarono pugni e schiaffi. Per non farsi scorgere da nessuno, il marito la portava in un luogo desolato e la picchiava senza pietà. Stefania ha ammesso che per salvarsi, gli implorava perdono e così riusciva a riportarla a casa dai figli.

Possessivo e aggressivo

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La mentalità dei tempi “permetteva” tante violenze sulle donne ma nessuno parlava mai, non esistevano denunce. Impossibile parlarsi per chiarirsi, non poteva proferire una sorta di difesa. Addirittura, per auto proteggersi, ha rimosso molte situazioni in cui regnava la paura di morire. In casa non era una bell’aria, era una presenza despota, da padre padrone anche con i figli. Era possessivo con i figli ma la violenza solo con Stefania; capro espiratorio di tutto ciò che accadeva. I vicini testimoni di tanta malafede, erano ignari e sordi alle richieste di aiuto.

La fuga lontano dal mostro

La prima volta in cui è riuscita a scappare ha chiamato subito l’associazione antiviolenza che ha accolto le sue paure e le sue dichiarazioni. Allora era possibile solo fare in modo che il marito non si avvicinasse a lei. Dopo 8 giorni fa ritorno a casa dai figli, subiva una pecie di violenza psicologica, dormiva in lavanderia per terra senza farsi scorgere dai ragazzi.

Ma i figli crescono e capiscono che la madre è in pericolo. Il tempo passa e nasce anche un nipotino ma a casa sempre un lungo supplizio. Finalmente dopo 35 anni Stefania non va a lavorare, prepara borsa e documenti e va via di casa, destinazione un centro che l’aiuterà a liberarsi del mostro. I figli dalla sua parte e il marito arrestato: per Stefania inizia una nuova vita.

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