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Le Iene, Elena Di Cioccio: “ho nascosto la mia malattia iniziando a vivere una doppia vita”

Elena Di Cioccio a Le Iene

Screen

Elena Di Cioccio stasera si lascia andare ad un lungo monologo a Le Iene show. Parla della sua positività all’HIV. Racconta la malattia, come l’ha vissuta, cosa ha vissuto. Descrive l’ignoranza delle persone.

Chi è Elena Di Cioccio?

Nata a Milano nel 1974, Elena Di Cioccio è attrice, cantante, conduttrice e disc-jokey. Ama i gatti, le moto, il rock, i concerti, cucinare, il surf, leggere, il mare e molto molto altro. Suo padre è Franz Di Cioccio, il batterista dei PFM, e naturalmente la piccola Elena si appassiona fin da piccola a note musicali e concerti.

Lavora qualche anno dietro le quinte all’organizzazione di spettacoli e concerti live, ma ben presto passa davanti alle scene, alternando serate da dj a programmi televisivi come “Le Iene” e “Scorie”.

Canta nel suo gruppo, le Kissexy, l’unica cover band italiana dei Kiss. Nel 2010 amplia i suoi orizzonti artistici debuttando al cinema con Nauta.

Il monolodo di Elena: “Ho l’HIV, sono una di quelle con l’alone viola”

“Da 21 anni sono sieropositiva. Ho l’HIV, cioè sono una di quelle con l’alone viola. Ero molto giovane quando questa diagnosi stravolse completamente la mia vita. All’inizio ho avuto paura di morire e poi di poter fare del male al mio prossimo.

Avevo paura di contagiare qualcuno. Mi dicevo io non lo perdonerei mai. Non ho contagiato nessuno e non sono morta. In questi 21 anni mentre le terapie mi consentivano via via di vivere una vita sempre più normale ad uccidermi è stato il mio rapporto con la malattia.

Ho vissuto la malattia come se fosse una colpa, pensavo che tra me e l’altro la persona peggiore fossi sempre io. Mi sentivo sporca, difettosa, avevo timore di essere derisa, insultata squalificata dal pregiudizio che ancora esiste nei confronti di noi sieropositivi.

Per difendermi ho nascosto la mia malattia iniziando a vivere una doppia vita. Uno sotto le luci della ribalta e un’altra distruttiva e depressa ma una vita a metà non era una vita e ho capito che ne sarei morta se non l’avessi fatto pace con quella parte di me.

Io sono tante cose e sono anche la mia malattia. Oggi sono fiera di me. Non mi vergogno più. E’ molto diverso da come ve lo immaginate. Io non sono pericolosa. Sono negativizzata e finché mi curo io non posso infettare nessuno.

Potete toccarmi, abbracciarmi. baciarmi e tutto il resto se volete continuare ad avere paura io accetto però lo sguardo verso il vostro vero nemico è l’ignoranza”

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