Per il giorno del primo dell’anno, Alberto Angela torna in onda, lunedì 1° gennaio, dalle 21.30, su Rai 1, con Meraviglie d’Africa Namibia. Scopriamo insieme qualche curiosità sul luogo chiamato la costa degli scheletri.

Alberto Angela parte dalla Skeleton Coast

Con il nuovo anno, il programma di Rai Cultura si sposta nel continente africano per lo speciale Meraviglie d’Africa – Namibia. Alberto Angela condurrà i telespettatori alla scoperta di uno degli ultimi posti dove è ancora possibile vedere l’Africa più vera e autentica. Nello speciale vedremo dunque luoghi e paesaggi straordinari con la vera natura selvaggia.

La puntata, segnalata dall’Ambasciata d’Italia in Sudafrica, parte con Alberto Angela che si trova nella Skeleton Coast, la cosiddetta costa degli scheletri, un tratto di mare dell’Oceano Atlantico tra i più pericolosi al mondo, sembra un girone infernale, un luogo che terrorizza marinai, natanti ma anche semplici spettatori, come mai?

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La Skeleton Coast è un luogo dove arrivano forti venti che portano sabbia, nebbia e altissime onde dell’Atlantico, tutti fattori che rendono la costa molto pericolosa e inospitale. Ma come mai questo tratto di costa si chiama costa degli scheletri? Scopriamolo insieme qui sotto.

Meraviglie d’Africa Namibia: perché la Costa degli Scheletri si chiama così?

In questo tratto oceanico, i relitti tappezzano la lunga striscia di sabbia. La spiaggia è divisa tra l’oceano Atlantico e le dune della Namibia. I boscimani l’hanno soprannominata come “La terra che Dio ha costruito con rabbia“. I primi a tentare di circumnavigare l’Africa furono i marinai portoghesi, e chiamarono questo tratto di zona “Le sabbie dell’inferno“. Oggi è nota come Skeleton Coast, ossia la costa degli scheletri.

Il clima per km e km di costa è tra i più inospitali del pianeta, e il luogo emana un fascino quasi spettrale. La navigazione è praticamente impossibile a causa della corrente del Benguela e il vento di terra crea terribili banchi di nebbia e sabbia da cui è quasi impossibile uscire.

Il nome costa degli scheletri, ha diverse interpretazioni. Qualcuno ha ipotizzato che questo nome provenga dalle ossa di balene e altri animali marini spiaggiati, come riportato nelle cronache dei marinai portoghesi dell’epoca.

Altri, invece, affermano che il nome di questo tratto costiero si debba a un giornalista, Sam Davis, che riportando i fatti di un incidente aereo avvenuto nell’area, scrisse che il pilota sarebbe poi stato ritrovato nella di Skeleton Coast, ovvero la costa degli scheletri.

C’è chi poi dice che il nome si ispiri al libro scritto da John H. Marsh, ovvero Skeleton Coast, che racconta di un salvataggio di uomini della nave MV Dunedin Star, incagliata proprio in questo tratto di Namibia nel 1942.

Oggi, invece, i più ritengono che il nome sia collegato all’alto numero di relitti che riposano su quella fascia di terra che non lascia alcun scampo. Una sorta di esteso cimitero di navi, divenuto attrazione turistica.

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