Mogol è un famoso produttore e paroliere, conosciuto nell’ambito musicale del nostro Paese. Per molto tempo è stato protagonista di una collaborazione molto importante con Lucio Battisti. I due hanno infatti condiviso molti momenti e tanti successi nella loro carriera.

Grazie a questa collaborazione sono nati molti brani che hanno avuto un ruolo determinante, rappresentando dei veri e propri simboli della canzone italiana. Basti pensare a Una donna per amico o a produzioni come La canzone del sole.

Perché Mogol si chiama in questo modo?

Ma come mai Mogol si chiama così? Qual è il vero nome di Mogol? Questo è naturalmente un nome d’arte, perché il vero nome del paroliere è Giulio Rapetti. La decisione di scegliere questo nome per caratterizzare la sua carriera sarebbe stata, secondo quanto riferiscono alcune dichiarazioni, piuttosto casuale.

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Qualche dettaglio sul nome d’arte Mogol è arrivato nel 2018, nel corso della presentazione dell’Annuario della SIAE. In quell’occasione sono state fatte delle affermazioni su questo argomento dallo stesso Mogol e da Gianni Letta. In particolare Letta ha detto che il nome d’arte di Giulio Rapetti è stato in realtà deciso dalla SIAE.

La verità sul nome d’arte di Mogol

L’aneddoto su questo argomento è molto interessante, perché tutto è iniziato nel 1959. Rapetti in quell’anno ha predisposto una richiesta per l’iscrizione alla SIAE, chiedendo anche che potesse assumere un nome d’arte.

Giulio Rapetti però non aveva le idee chiare su quale nome scegliere e quindi decise di mandare proprio alla SIAE un elenco di possibili nomi. Era una lista composta da 120 nomi diversi e sono stati proprio i funzionari della SIAE a scegliere per lui Mogol.

La reazione di Giulio Rapetti quando ha letto “Mogol”

Anche il paroliere, nell’occasione dell’evento della SIAE, è intervenuto ricordando ciò che è successo realmente. Ha detto che solitamente non ricorda molto, ma questa situazione è qualcosa che non dimenticherà mai.

Nel momento in cui ha ricevuto la comunicazione da parte della SIAE, ha avuto la possibilità di leggere il nome d’arte che li era stato assegnato. La reazione non è stata molto positiva, il nome non gli piaceva molto inizialmente. Ma poi si è convinto del fatto che non sarebbero stati in molti a conoscere questo nome.

In realtà le cose non sono andate in questo modo. E lo stesso Rapetti ha spiegato adesso che dopo si è ricreduto, perché il nome scelto quasi per caso lo ha aiutato tanto, anche per il fatto che, quando lo si sente, è semplice da ricordare.

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