Nella nuova puntata di Oggi è un altro giorno Serena Bortone aprirà un’intensa e ampia finestra sull’attualità grazie alla presenza in studio di Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana. Colei che si è fatta portavoce nel mondo della battaglia dell’Iran, in particolar modo delle donne, contro il regime dittatoriale in questi giorni si trova in Italia per un importante impegno.

Insieme a Hamed Esmaelion, portavoce dell’associazione familiari delle vittime del volo PS752 abbattuto ormai due anni fa, hanno parlato al Senato per chiedere concreta solidarietà contro il regime iraniano.

Masih Alinejad, la donna che spaventa l’Iran

Con il coraggio delle sue idee e la convinzione di chi sa di aver ragione da tempo Masih Alinejad punta pubblicamente il dito contro le atrocità commesse dal regime iraniano. Costretta a scappare dal suo paese per le minacce e i tentativi di omicidio degli ayatollah vive ormai dal 2009 da esule negli Stati Uniti.

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Una delle sue battaglie più accese riguarda le donne e in particolare l’obbligo di indossare il velo. Secondo la giornalista tale imposizione “è come il muro di Berlino, se questo cade cadrà anche il regime“. In Italia è arrivata per chiedere al nostro paese di schierarsi con decisione “dalla parte giusta della storia” senza mai più cadere in passi falsi e debolezze.

Nella mente di molti infatti è rimasta la decisione di coprire le statue di nudo presenti nel Museo Capitolino in occasione, nel 2016, della visita del presidente Hassan Rouhani. Una scelta fatta per timore di offendere l’ospite con la visione dell’arte classica che già a suo tempo sollevò non poche polemiche.

L’attivista con il fiore nei capelli

Anche con la sua folta chioma riccia e rigorosamente scoperta la giornalista Masih Alinejad cerca di dare un segnale forte riguardo la condizione delle donne in Iran. L’attivista infatti a duro prezzo da anni sta lottando affinché le iraniane possano riprendere in mano la propria vita senza più imposizioni.

Il regime degli ayatollah infatti oltre a negare alle donne i più elementari diritti riesce ancora, e siamo ormai nel 2023, ad imporre la propria volontà anche sul modo di vestire. Sono recenti le notizie di omicidi compiuti per mano dei fanatici sulle donne solo perché non è loro desiderio indossare il velo.

Addirittura nel settembre scorso è diventata un simbolo della lotta la studentessa Mahsa Amini morta proprio a seguito delle percosse subite. L’unica colpa della 22enne, prima arrestata e poi picchiata a morte, è stata quella di aver indossato male il velo.

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