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Oggi è un altro giorno, Serena Bortone ricorda Massimo Troisi

Massimo Troisi

Screen

Serena Bortone nella nuova puntata di Oggi è un altro giorno farà un doveroso omaggio a Massimo Troisi. L’attore il 19 febbraio scorso avrebbe compiuto 70 anni. Purtroppo una malattia cardiaca che affliggeva il grande artista napoletano l’ha strappato al suo pubblico nel giugno del 1994 ad appena 41 anni.

Se la sua vita non si fosse dolorosamente interrotta così giovane quando Troisi si trovava all’apice del suo percorso artistico l’attore di San Giorgio a Cremano avrebbe di sicuro regalato al mondo tantissime perle degne del suo ultimo film Il Postino.

La carriera di Massimo Troisi

Agli inizi della sua carriera il nome di Massimo Troisi è stato per lungo tempo indissolubilmente legato a quello di Lello Arena e Enzo Decaro. Protagonisti del trio comico La smorfia hanno regalato prima al pubblico dei teatri e poi a quello del piccolo schermo sketch capaci di divertire anche a distanza di anni.

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Il suo primo successo cinematografico è arrivato nel 1981 con Ricomincio da tre in cui Troisi è sia interprete che regista. Da quel momento il genio partenopeo considerato l’erede naturale di Eduardo De Filippo e di Totò inizia ad ottenere sempre maggiore successo.

I suoi film, capaci di divertire senza dimenticare di far riflettere, sono diventate vere perle della storia della cinematografia italiana. Indimenticabile il suo sodalizio con un altro talento puro della città di Napoli. Pino Daniele per lui ha creato per i suoi film colonne sonore di struggente bellezza.

L’ultimo suo lavoro Il Postino gli ha fatto guadagnare addirittura diverse candidature postume al Premio Oscar pur vincendo la prestigiosa statuetta soltanto per la colonna sonora creata da Luis Bacalov.

Le polemiche sul suo modo di parlare

Oggi al nome di Massimo Troisi vengono spesso accostate parole come genio e immenso interprete ma la verità, come ha voluto sottolineare Lello Arena, è che quand’era in vita ha ricevuto molte porte in faccia. Ad essere messo sul banco degli imputati il suo modo di parlare, ormai esaltato e celebrato da tutti, che all’epoca veniva aspramente criticato.

A non ricevere consensi non era tanto l’uso del dialetto napoletano bensì quello stile di linguaggio quasi sincopato che ha reso inconfondibile Troisi. I riconoscimenti al suo genio anche nel modo di parlare sono arrivati, come accade fin troppo spesso solo dopo la sua scomparsa.

Indimenticabile la sua risposta nell’intervista per Mixer con Isabella Rossellini che gli chiese perché parlasse sempre napoletano. “Perché è l’unico modo in cui so parlare, io mi sforzo a parlare italiano , ha precisato l’attore, ed è giusto che anche voi vi sforziate a capire il napoletano“.

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