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Oggi è un altro giorno, “Testa alta, e avanti”: il caso Enzo Tortora raccontato dalla figlia Gaia

Oggi è un altro giorno, "Testa alta, e avanti" il caso Enzo Tortora raccontato dalla figlia Gaia

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Ad Oggi è un altro giorno, condotto da Serena Bortone, per una chiacchierata intima e toccante ospite Gaia Tortora figlia del grande presentatore Enzo. Nello studio di via Teulada la giornalista avrà l’occasione di presentare il suo ultimo libro “Testa alta, e avanti” in cui ripercorre da un punto di vista privato il dolore legato alle drammatiche vicende giudiziarie che hanno visto ingiustamente coinvolto suo padre.

“Testa alta, e avanti” l’intenso racconto di Gaia la figlia di Enzo Tortora

Nel suo ultimo libro “Testa alta, e avantiGaia Tortora torna a parlare del procedimento giudiziario che ha portato il padre Enzo ad essere rinchiuso ingiustamente in carcere vittima oltretutto di una vera gogna mediatica. La giornalista ripercorre quelle drammatiche vicende da un punto di vista più intimo e personale con gli occhi di chi in un minuto ha visto cambiare radicalmente la sua vita.

Gaia è un’adolescente come tante che il 17 giugno del 1983 esce di casa per andare a sostenere gli esami di licenza media. Quello che non sa è che nello stesso giorno, poche ore prima, la polizia ha fatto irruzione all’Hotel Plaza portando via in manette suo padre Enzo Tortora. L’amato presentatore, conosciuto e apprezzato per il suo garbo, l’intelligenza e l’educazione, viene ammanettato dopo un’accusa infamante, arrestato per associazione camorristica e traffico di droga.

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L’Italia intera assiste sbigottita alla scena che aprirà la strada a quella che può essere considerata la prima gogna mediatica. Solo dopo mesi di ingiustizie e sofferenze le accuse contro Enzo Tortora cadranno restituendogli così la dignità perduta. Quello che non riuscirà mai ad andarsene sarà l’onta e le tante umiliazioni ricevute.

Il dramma del padre della tv

Il calvario di Enzo Tortora fu lungo e non privo di grandi sofferenze ed umiliazioni. Quello che viene considerato uno dei padri fondatori della televisione italiana venne arrestato nel giugno del 1983 dopo alcune dichiarazioni fornite da camorristi campani. Le accuse contro di lui erano gravi ed infamanti: associazione camorristica e traffico di droga.

Fin da quando le forze dell’ordine fecero scattare le manette ai polsi di Tortora si accese una gogna mediatica nella quale in tanti furono pronti a denigrarlo e a puntare il dito. Dopo aver passato ben sei mesi in carcere il popolare presentatore riuscì ad intravedere la luce. Le accuse contro di lui risultarono infondate restituendogli così la dignità perduta.

Il suo è passato alla storia come il più drammatico errore giudiziario italiano e la prima campagna d’odio portata avanti dai mass media.

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