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Oggi è un altro giorno, Vittorio Sgarbi omaggia l’artista Pino Settanni

Oggi è un altro giorno, Vittorio Sgarbi omaggia l'artista Pino Settanni

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Ospite di Serena Bortone ad Oggi è un altro giorno il famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi in compagnia di Monique Gregory Settanni Lorella Di Biase parlare del lavoro del grande fotografo e artista Pino Settanni. Un modo questo per portare l’arte immortale del “cannibale della retina“, com’è stato definito, al pubblico del pomeriggio di Rai 1.

Vittorio Sgarbi e Pino Settanni

Pino Settanni è stato uno dei maggiori fotografi italiani celebrati in tutto il mondo. Per lui il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha firmato la prefazione di una monografia dedicata ai suoi scatti migliori che Mondadori ha pubblicato nel 2014. Si tratta di sicuro di uno degli artisti preferiti di Sgarbi la cui opera non ha mai mancato di omaggiare in decine di mostre.

Per parlare del fotografo scomparso nel 2010 sarà ospite di Serena Bortone anche la moglie Monique Gregory Settanni per parlare in modo più intimo dell’artista di fama mondiale e regalare al pubblico una prospettiva diversa sulle sue opere. Insieme a loro la giornalista Lorella Di Biase che con la vedova del grande fotografo ha scritto un libro dal titolo “Pino Settanni. Il sogno infinito“. Una biografia in cui il maestro viene presentato attraverso i suoi scatti legati ai grandi protagonisti del cinema oltre al ricordo più intimo e personale dei tanti che l’hanno conosciuto e amato.

Le polemiche scatenate dal critico d’arte

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Vittorio Sgarbi, oltre che per la sua competenza e la sua conoscenza profonda dell’arte, è ormai noto anche per le uscite spesso infelici che inevitabilmente portano alla nascita di polemiche. Negli ultimi giorni ne hanno sollevate non poche le sue dichiarazioni riguardo al logo scelto per rappresentare Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023. L’attuale sottosegretario alla cultura ha infatti definito il logo “d’insolente bruttezza” mostrando come sempre senza remore il suo pensiero.

A lasciare indignato e perplesso Sgarbi è stata la scelta di adottare un simile disegno che a suo dire non è altro che “la deformazione dei numeri e delle lettere, in una fusione non necessaria capace di violentare anche la grammatica“. Affermazioni di sicuro forti che non hanno mancato di sollevare un’alzata di scudi in difesa del logo scelto per rappresentare le due città Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2023. Fra i primi ovviamente quella dei comuni delle due città del Nord che hanno voluto sottolineare quanto la scelta stilistica del logo tenda a voler esprimere l’unione che Brescia e Bergamo hanno trovato accomunate dai tristi giorni del Covid.

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